| Io.ovviamnte, non ho mai usato il righello per tagliare ("atterzare") i miei toscani; ma, di fatto, empiricamente e mediamente mi sono sempre attestato su valori corrispondenti a quelli indicati da Walter.
Empiricamente - e come ha rilevato Monte - ho sempre trovato che fosse un buon modo di dividere il toscano: una parte sufficientemente lunga da dare le soddisfazioni, in termine di evoluzione, del toscano alla maremmana, senza la necessità di una fumata sempre così lunga (a me una maremmana dura anche un po' più di due ore...) e una parte - più corta di un ammezzato - per la classica fumata veloce del dopo pranzo, sempre in grado, però di dare soddisfazione.
Accertato che il toscano diviso in questo modo è più fruibile - e senza calcoli, o meglio, grazie ai calcoli di Monte e Walter , si può prendere per buono il dato medio indicato - mi sembra quanto meno "interessante" e pieno di significative imlicazioni che un modo valido di dividere il toscano corrisponda a una proporzione che da sempre, per ragioni filosofiche in senso lato, che non oso nemmeno esplorare, è fonte di armonia e perfezione estetica.
In altre parole, se la proporzione aurea rende esteticamente perfetto il Partenone o la curvatura della conchiglia del Nautilus o significativa la serie di Fibonacci, perchè meravigliarsi se essa rende più gradevole il fumo del toscano e ne "ottimizza" l' uso? E' solo l' ennesima conferma della particolare valenza estetica e filosofica di tale proporzione.
E, per noi appassionati di lento fumo, non è gratificante che una "legge universale" sia applicabile nche al Toscano? Non pone il nostro beneamato al livello di "costante universale" come la velocità della luce o la forza di gravità?
Non nobilita ulteriormente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l' atto di dividere e accendere un toscano?
Meditate, gente, meditate....
Cordiamente
Pamanis
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