Garcia76 |
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| | Non ho mai conosciuto mio nonno paterno. Era un macchinista. Per tutta la vita ha guidato treni sulla linea Peschiera-Mantova. Una mano sulla manetta della littorina e una che reggeva una sigaretta. Un uomo all'antica, di poche parole. Viveva in una delle tante case-stazione che punteggiano la pianura Padana. Casette bianco-azzurre, squadrate, semplici. Lì viveva anche suo padre, il mio bisnonno. E questi era un gran fumatore di pipa. L'unico ricordo da sempre tramandatomi da mio padre è proprio questo. Il mio bisnonno era l'uomo dei biglietti, seduto dietro la finestrina quadrata a vendere biglietti del treno ai pochi viaggiatori che partivano da questa piccola stazione secondaria. Appena possibile si portava una sedia fuori, verso il lato che affacciava sulla ferrovia a pochi metri, la inclinava leggermente contro il muro, l'immancabile cappello e la giacca consunta, e si accendeva la pipa. Mi dicono fosse anche un bravo pipatore, capace di lunghe e solitarie imprese. Chiamava di tanto in tanto il nipote (mio padre, siamo negli anni '50) e con i modi schietti e le poche parole che contraddistinguevano anche lui, ordinava in dialetto "vammi a comprare un pugno di tabacco di seconda". Punto. Tabacco di seconda scelta, sfuso, impacchettato nella carta, immagino un trinciato nazionale, non so cos'altro ci fosse allora, soprattutto nelle campagne della Bassa. L'unico ulteriore ricordo è il rumore del raschietto che usava per scrostare le pipe, che poi immancabilmente picchiava sul tacco.
Sessant'anni dopo, il sottoscritto pronipote neopipatore, si mette alla ricerca delle pipe del bisnonno. Una curiosità atavica mi spinge a cercare anche in queste pipe un pezzo immenso del mio passato, personale e famigliare, che per varie ragioni non conosco e mi manca. Forse anche a giustificare e spiegare la mia passione. Ho ricordi della casetta bianco-azzurra, delle mie poche visite là fino alla prima metà degli anni '80. Ricordo che mentre mio padre raccontava mi sono immaginato nitidamente il bisnonno appoggiato con la sedia al muro e la pipa in bocca, lì di fronte a me... Parte la ricerca, chiedo ai parenti vicini, mi informo. Arrivo immediatamente a una preziosissima informazione che fa sperare: le pipe erano nel cassetto della scrivania dei biglietti. Bellissimo, me le immagino, le sento quasi mie. Dopo lunghe ricerche non si trova nulla, sono andate perse. Sono state tenute molte cose, che ho recentemente visto, ma le pipe sono andate. Mi trovo un po' spiazzato, ho un po' di malinconia. Avrei solo voluto vederle, così com'erano. Non so perchè ma non le avrei mai fumate, le avrei custodite con orgoglio e gelosia. Di questo passato così lontano a mio padre è rimasta la passione per i treni e la fissazione di trovare una foto che ritraesse la stessa littorina guidata da suo padre. E, dopo anni, ci è riuscito. A me purtroppo non è andata bene.
Mi resta solo il fatto di sapere che qualcuno mi ha preceduto e ha reso onore a parecchie radiche. E che, forse... forse, ogni volta che come ora do fuoco a un tabacco in una pipa, qualcuno ammicca e sorride e pensa che mi sarei meritato di custodire le sue.
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