Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.

UNA GIORNATA IN M.O.S.I.

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ciccalo
view post Posted on 13/11/2014, 15:41 by: ciccalo     +1   -1




Mi sono iscritto su ADFL perché oltre che ad essere in fumatore (globale ho scritto, ma non ho mai fumato sigarette) sono una persona che ama la compagnia, la baldoria e perché no anche le sbruffonate, sempre che il tutto rimanga nei limiti della goliardia e non ecceda.
Ho intravisto da subito con l'ingresso in accademia la possibilità di conoscere persone nuove che condividessero con me la passione (sfrenata?) del cosiddetto fumo lento.
Detto fatto: ciccalo in breve tempo ha esternato "la bestia che è in lui" e con la complicità di qualcuno della sezione con cui ha tuttora più affiatamento, ha cominciato seppur talvolta criticato ed altre trattato con indifferenza, a cogliere sfumature positive e quel poco di gioia che può regalare il commento di uno sconosciuto magari appena arrivato in accademia che dice: "grazie a tutti per la bella serata, grazie a ciccalo".

Non é di me e del rapporto con questo forum che voglio parlarvi, ma questa breve introduzione sulla mia passione per il fumo e la continua e costante ricerca di consensi di cui ho evidente inconsciamente necessità, mi ha letteralmente fatto approcciare ad una nuova realtà della quale avevo solo sentito parlare ma che temevo non avrei mai avuto l'opportunità di incontrare e che mi proietta direttamente nell' intrinseco di quanto sto per commentare.
Chiedo scusa sin da ora se la mia esposizione non è particolarmente fluida, scrivo letteralmente ciò che sento in questo momento in cui mi trovo ancora nella carrozza di un treno sulla strada del rientro a casa.

Durante la pianificazione di una serata fumosa in compagnia, una delle tante ovvero quella del Gran Cenone di Novara (molti ne conservano ancora il ricordo) eccomi sbattere letteralmente contro una piccola realtà che produce un (si vociferava nuovo) sigaro molto simile al nostro amato/odiato storto ma a quanto pare, più sincero.
È così che vengo per la prima volta a contatto, con alcuni volti nuovi autori di un altrettanto nuovo brand chiamato Ambasciatore Italico, che molto umilmente si propone a me che non sono nessuno ma solo un fumatore che scrive ogni tanto su un forum.
Chiede di poter cortesemente presenziare alla cena che stavo organizzando, sottolineando da subito che si sarebbe pagato le quote di spettanza pro capite ovvero il costo della cena e sarebbe venuta ad offrire una degustazione di sigari oggetto della loro fresca produzione.
Stralunato da cotanta umiltà (ma quando mai una casa che fabbrica sigari non solo si propone, ma offre anche i sigari e soprattutto si paga anche la cena?)
Decido di accettare quindi l'interazione con il nostro sparuto gruppo di fumatori.
Il resto della storia già lo conoscete ma voglio riassumerla in pochi punti:
1) il sigaro degustato é risultato un ottimo sigaro
2) il MOSI ( Moderno Opificio Sigari Italiani) é stato definitivamente innalzato sugli altari della patria nonché consacrato con giudizi positivi su questo nostro forum e non solo, composto fra l'altro da persone che sanno giudicare con la giusta criticità ciò che stanno per la prima volta fumando.
Orbene, contento dei risultati ottenuti dalla casa e dei giudizi quasi all'unanimità positivi (ed ecco il punto di congiunzione alla soddisfazione personale di cui in apertura) pensavo che la cosa fosse rimasta confinata ad un bel capitolo, ma evidentemente mi sbagliavo.

Proseguono infatti i contatti con la casa di cui sopra, nasce una amicizia che seppur blanda, fatte di telefonate indirizzate al mero scambio di informazioni mi ha sempre lasciato segnali positivi di un rapporto sincero per una volta non dettato solo dagli interessi.
La riprova? Eccomi qua oggi ad abbozzare questo pezzo che pubblicherò magari domani o dopo sul blog.
Ad Orsago per essere precisi, in provincia di Treviso a più di 4 ore di treno da Torino città dove vivo, sede degli uffici commerciali e dello stabilimento di produzione della ... Ambasciatore Italico naturalmente!
Che a titolo di ringraziamento per la visibilità ottenuta in quel di Novara nonché per tutti gli annessi e connessi derivati da allora, si è premurata di invitarmi a visitare la loro realtà.
Mi reco quindi senza indugio alla volta del Veneto in treno ed arrivo a Mestre dove il patron della casa ha scomodato suo figlio per prelevarmi in stazione e portarmi alla volta di Orsago distante una quarantina di km.
Questo simpatico ragazzo poco più che ventenne mi rivela che si occupa in azienda della parte grafica e pubblicitaria.
Non appena entrato nella reception del loro stabilimento e uffici, un bel capannone industriale capeggiato da un grande e visibilissimo logo MOSI, la prima sorpresa della giornata: si viene letteralmente assaliti da un profumo di aromatizzazione misto Soave/Ammazzacaffè/liquirizia /tabacchi piuttosto forte e persistente, una commistione di essenze che potrebbero fare a pugni fra loro ma è invece come se oramai si fossero rassegnate singolarmente a convivere tutte assieme.
La stessa receptionist, una bella donna avvenente, mi dice che ci farò in fretta abitudine e senza sbagliarsi di molto effettivamente il mio olfatto si abitua molto rapidamente all'ambiente.
Durante le dovute presentazioni fatto salve quelle riguardanti i personaggi già conosciuti a Novara, riesco finalmente a stringere la mano ad una persona molto conosciuta nel settore ma che non avevo mai avuto piacere di conoscere prima d'ora, una persona che da tempo sognavo di incontrare: l'Ing. Domenico Napoletano, ex di molte realtà tabagifere ma soprattutto ex master blender di MST ora in forza al MOSI.
Quattro chiacchiere con il sigaro in mano (letteralmente parlando in quanto mi è stato immediatamente offerto un intero) accompagnato dallo stesso Ingegnere e dal resto della troupe, tutti a mia disposizione sottolineo per un giro nello stabilimento di produzione, mi proiettano immediatamente in una favola che molto ha del famoso film di qualche anno fa intitolato "la fabbrica del cioccolato": macchinari che girano, sigari che scorrono su rulli, profumi di tabacchi di ogni tipo, sigari ammezzati ed interi ovunque, allineati in appositi telai impilati l'un con l'altro pronti per essere essiccati, tabacco sfuso, altro derivato dagli scarti di lavorazione, scatoline per il confezionamento, fasce... insomma, da rimanere stralunati!
Scusate ma per ovvi motivi non ho potuto scattare liberamente foto.

Spiegatomi con dovizia di particolari ogni processo di lavorazione ivi compresa l'importante e delicata fase di stagionatura del sigaro (una diversa persona a seconda della loro competenza) ci accorgiamo che il nostro stomaco oltre al fumo reclama anche cibo, per cui tutti assieme ci si reca a pranzo.
Fermandomi a riflettere su quanto ancora impresso nella mia retina mi trovo a considerare che la vera forza di questa azienda è la gestione aziendale interamente familiare.
Tutti i componenti sono infatti occupati in azienda e questo aspetto risulta a mio modesto parere una delle armi vincenti.

Al rientro in azienda, la seconda (devo dire bellissima) sorpresa della giornata.
Mentre discuto pacatamente in ufficio con il responsabile dell'azienda, improvvisamente una telefonata seguita dal trillo di un campanello.
Si è raggiunta proprio in quell'istante la produzione del sigaro n. 1.000.000 (un milione) ed ecco che mi ritrovo nuovamente letteralmente proiettato nella favola di cui sopra: il patron che si alza, passa presso tutti gli uffici urlando letteralmente "un milione, un milione, scendiamo a brindare!" e tutti uniti in una sorta di trenino di capodanno che scende per le scale e si ritrova in stabilimento, dove il master blender, omaccione imponente ora diventato un bambino, è già pronto a farsi immortalare con una pergamena con su scritto 1.000,000 ed un sigaro ad essa fissata con un fiocchetto rosso.
Alcune foto di rito e poi tutti, operai, impiegati, tecnici, proprietari, io, a brindare a spumante magicamente già fresco e pronto per essere consumato.













Terminate le ultime chiacchiere (sempre con il sigaro in mano, ne avrò accesi cinque interi in tutta la giornata) l'ultima gradita sorpresa:
"oggi non ti permettiamo di rientrare a casa perché vorremo offrirti una cena nel nostro ristorante preferito"
La giornata termina con una abbuffata di cibo a base di tartufo bianco, di quelle che difficilmente dimenticherò.



Concludo spendendo qualche parola in più a riguardo del master blender.
La sua comprovata esperienza che annovera storti che abitudinalmente consumiamo, passando fra l'altro dalla Nostrano del Brenta, è oggi al servizio di questa emergente azienda a gestione familiare.
La sua mano la si percepisce chiaramente nella composizione di questi nuovi storti per una volta non MST.
Con lui ho avuto modo di chiarire definitivamente anche la vicenda "fascia dei toschi crio conservati" ed ho potuto finalmente ascoltare le parole che attendevo e che mi hanno rimesso seppur parzialmente in pace con il sigaro toscano.
Persona di elevata saggezza, spiccata preparazione ed esperienza, notevole carica umana.
Parlare con lui significa solo ascoltare, ogni tassello va magicamente a posto ed il puzzle si ricompone.
MOSI in lui ci ha visto il presente e gran parte del futuro.

Edited by ciccalo - 13/11/2014, 18:23
 
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