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| Notizie che - posso immaginare la fonte - sono l'ennesima conferma di una rivoluzione del fumo lento che non si sa dove porterà. Personalmente penso che Diadema sia in countdown: si era strutturata per una certa movimentazione di mercato in Italia, e ora la merce non esiste quasi più e i compratori sono spaventati dai prezzi. La socialità nel mondo del sigaro è sempre stata importante, se rimangono un pugno di facinorosi disposti a comprare a qualsiasi prezzo prima o poi il mondo del sigaro si restringerà sempre di più: per allargare un movimento ci vogliono prezzi adeguati, per ridimensionarlo è sufficiente spararli alle stelle. E se non "gira" la voce che i sigari cubani sono "fighi" i potenziali nuovi acquirenti ricchi non si avvicineranno mai al prodotto con la conseguenza di ridurre sempre più il mercato italiano, fino a farlo diventare "carbonaro". Diadema ha a libro paga agenti, strutture, costi fissi. Mantenersi con 100 scatole di Behike al mese non è cosa facile... Oltretutto adesso possiamo dirlo: la favoletta che ci hanno spacciato due anni fa ("i rifornimenti da Cuba sono scarsi perché c'è il COVID") è stata presto scoperta. Se un ridimensionamento poteva esserci fino alla primavera del 2021, poi è palese che i giochi sono stati altri. Se stanno smantellando la fabbrica di Partagas e mandano i torcedores in Cina (personalmente trovo la cosa plausibile, ormai mi aspetto di tutto) penso che tra un paio d'anni saremo qui a parlare di scorte finite (o ridimensionate) e impossibilitate a essere reintegrate. Con un Partagas D4 a 25 euro...
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