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Il pomeriggio piovoso e libero da impegni mi ha portato, in compagnia della mia giovane pipa, a gironzolare un pò sul web alla ricerca di note letterarie che mi aiutino un pò ad intraprendere questo nuovo percorso fumoso che sta vedendo i suoi primi input solo da pochi giorni ma che già mi sorprende ed affascina non poco........e tra le cose trovate vi riporto alcune righe di quest' articolo, pubblicato sulla Gazzetta di Parma nel 2005 dal giornalista Lorenzo Sartorio, a mio modo di vedere molto bello e che desidero condividere insieme a voi su questo Blog :
..........Ciò che i nostri anziani ricordano della madre con particolare trasporto e un certo nodo alla gola che li accomuna tutti, sono quelle mani che impastavano, che lavavano, che li accarezzavano quando, bambini, si nascondevano sotto le coperte dalla paura del buio e del folletto. Mentre, del padre, il ricordo più vivo si fa immagine dei momenti in cui l'uomo, terminata la cena, si appartava in un angolo della cucina e si abbandonava ad una salutare fumata di pipa. Si, proprio la pipa, la cara e vecchia pipa; forse uno dei più antichi strumenti dell'uomo utilizzato in tutto il mondo, da tutte le tribù e da tutte le etnie: dall'Africa alle lande siberiane..........solitamente lo 'strumento' era di radica di noce, oppure di erica detta comunemente 'ciocco'. Erano pipe devastate dall'usura e da certi tabaccacci duri e non certo aromatici e profumati come quelli oggi in commercio. Da una scatoletta prevalentemente in argento, oppure in vil metallo, l'uomo estraeva una presa di trinciato che stipava nel 'fornellino', quindi con un fiammifero di legno ed a volte con uno 'sprocco' (rametto di legno) che prelevava dal camino, accendeva la sua pipa. Ed allora, per tutta la cucinona, l'odore di fritto o di stufato si mescolava a quella nuvola di fumo che emanava un aroma forte e gagliardo come il carattere di chi la emetteva. Tra uomo e pipa c'è sempre stata una simbiosi. La pipa sembrava incollata alla bocca, quasi scolpita nel faccione dell'uomo dalla barba ispida e dai baffoni ingialliti di nicotina. E poi la tecnica lenta della fumata, quel metodico sbuffare fumo ritmato da un buon bicchiere di vino.......l'uomo ha sempre amato la pipa poichè corollario della natura. La pipa nasce tra la sacralità dei boschi, è fatta a mano seguendo regole antiche di un artigianato duro a morire, rappresenta la civiltà di un popolo, la sua cultura, le sue tradizioni. Nelle famiglie patriarcali contadine, addirittura, la pipa passava di padre in figlio. Ed era un onore il poter fumare nella pipa del vecchio che si era arreso solo dinanzi agli anni e agli acciacchi. Fumare la pipa era come sognare, esorcizzare fatiche e dolori. Significava abbandonarsi nell'oblio del tempo......Read the whole post...
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- Autore: Alma del Sud,
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