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| La strada ferrata non ha contribuito solo a portare sull'orlo dell'estinzione bisonti e indiani. Anche nella nostra penisola la ramificazione della rete ferroviaria a fine Ottocento ha creato un certo subbuglio a livello ambientale, forse non a tutti conosciuto. Una pianta importata dall'America, la robinia -o pseudoacacia- fino ad allora poco più che una curiosità esotica in forniti giardini botanici, venne prescelta per ricoprire le scarpate ferroviarie,allo scopo di arginarne l'erosione e consolidarne la superficie.
Un'altra pianta, autoctona, fino ad allora vanto della vasta area forestale italiana, in virtù di certe sue qualità di resistenza, venne prescelta per la produzione delle traversine della strada ferrata: la roverella (quercus pubescens), forse la più umile delle quercie, ma non la meno interessante. Ci fu dunque un disboscamento selvaggio di roverella, ed al contempo, attraverso i gangli della rete ferroviaria, la robinia raggiungeva ogni meandro della nazione (fenomeno non solo italiano, in verità europeo).
Ma se della roverella, pianta autoctona, tutto si conosceva (legno pregiatissimo da ardere e ghiande per sfamare suini), della "novità", la robinia poco si sapeva, e gran parte di quel poco, pare, fu un equivoco. Fu prescelta per la sua crescita rapidissima, ma anche per le ramificatissime radici che si credeva potessero efficacemente sostenere i pendii delle scarpate ferroviarie. Solo molto più tardi si scoprì che l'apparato radicale era sì ben ramificato, ma del tutto superficiale ! Utile , dunque, solo per piccoli fenomeni erosivi, non per prevenire smottamenti veri e propri. In compenso la specie ha fatto la fortuna, grazie alle proprietà mellifere, degli apicoltori, che ne ricavano un miele pregiato : quello comunemente detto "d'acacia". Un'altra caratteristica dibattuta, inerente questa specie arboricola, che appartiene alle leguminose e, come tale, crea una simbiosi con batteri azoto-fissatori nel terreno, ovverosia lo arricchisce. Ma la questione pare controversa: è una pianta tanto rapace e i composti azotati hanno una durata non molto lunga, tanto da insinuare il dubbio che in realtà l'unica specie ad approfittarne è essa stessa, pappandosi tutto prima ancora che altre piante possano insinuarsi nell'area al termine della vita della robinia che, dal punto di vista ecologico, volendo pensare alla vita di un bosco come ad una parabola in continua ascesa e poi discesa e via dicendo, rappresent...Read the whole post...
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- Autore: J.Cook,
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