Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.





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Accademia del Fumo Lento

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B_NORM    
view post Posted on 3/7/2015, 15:20 by: l4z4rus     +1   -1Reply



Perché la fai tanto lunga?
É una domanda che ogni tanto mi sento porre dalle persone a me vicine, dai miei cari e, piú raramente, anche dai miei colleghi e conoscenti... In effetti, quando sono convinto di qualcosa che ritengo importante, nel bene o nel male, non posso fare a meno di farla lunga: diffondo, divulgo, pubblicizzo, esalto ció che apprezzo e affosso ció che disprezzo. Non sono rigido nei miei giudizi, peró: magari cambio del tutto idea dopo un po' di tempo, senza temere di contraddirmi. Lao Tze diceva che chi non cambia idea é il saggio piú sapiente o lo sciocco piú ignorante: non sono né l'uno, né l'altro, almeno spero.
Pur non essendo mai polemico tanto per esserlo o riguardo a minuzie, so di farla spesso lunga anche qui sul forum, ne sono perfettamente consapevole. Perché? Ma perché qui si parla di tabacco e io ho col tabacco un rapporto viscerale: questa pianta e tutti i suoi derivati é legata a me e io sono avvinto da lei, quasi fosse edera. Qualcuno direbbe che ne sono schiavo e probabilmente avrebbe ragione, ma preferisco credere di essere devoto a questa pianta, fumata in pipa, in sigaro o in cartina, trinciata o sminuzzata per essere fiutata: tabak über alles! Ebbene - questo é il punto - sono legato alla pianta, non ai prodotti!

Ed ecco che vengo al sodo.

Perché la faccio tanto lunga con Mst?
Perché la faccio tanto lunga con il Mosi?
Perché la faccio tanto lunga con Amazon?
Perché la faccio tanto lunga con le Ardor o le Radice?
Perché la faccio tanto lunga con le Castello?
Perché la faccio tanto lunga con la Germania e con Kendal, o con questo benedetto Le Baron?
Perché la faccio tanto lunga con Lubinski?
Perché la faccio tanto lunga con il declino di determinati prodotti?
Perché, perché, perché?

Giá, perché? Non é molto difficile da comprendere per chi mi conosce de visu, ma forse é piú complicato per chi si limita a leggermi, qui su Adfl o altrove. Perché il tabacco é per me una cosa seria, molto seria! Il tabacco é il mio sfogo, la mia curiositá, ció che condivido con gli amici o sbatto in faccia ai nemici, ció che spesso mi spinge in giro per il mondo, ció che mi consente di accedere alla mia interioritá, la cosa cui dedico piú parole scritte e, forse, pronunciate, ció che migliora la mia vita e ció che molto probabilmente un giorno finirá per portarmela via.
Ecco perché la faccio lunga. Ecco perché se un prodotto merita il mio plauso, applaudo piú forte che posso, ecco perché se un prodotto merita il mio biasimo, beh, lo biasimo. Ma il peggio avviene quando un prodotto mi viene strappato via, venduto troppo caro o rovinato.
L'ho fatto coi toscani con cui sono cresciuto, con i tabacchi che ho amato, con le pipe che ho considerato chimere per me economicamente irraggiungibili e poi premio dato a me stesso, l'ho fatto con le sigarette che mi hanno...

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Autore: l4z4rus
Comments: 38 | Views: 1,008Last Post by: l4z4rus (14/7/2015, 09:20)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/6/2015, 11:59 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Era da un po’ di tempo che intendevo scrivere queste poche parole riguardo a un argomento relativamente poco trattato, ovvero la presenza di additivi nei tabacchi da pipa. In effetti, come da titolo, la mia indagine è strettamente limitata a pochi tabacchi, i cosiddetti “trinciati naturali” o “trinciati mediterranei” venduti in Italia, con un breve excursus in Francia. Come forse alcuni di voi sapranno, infatti, la normativa europea prevede che i produttori – o gli importatori – comunichino periodicamente la lista degli ingredienti aggiunti ai prodotti del tabacco, fermo restando che, secondo le testuali disposizioni delle linee guida emanate dalla commissione europea in data 31/05/2007: i dati sugli ingredienti non devono essere intesi come informazioni sulla sicurezza; l'industria è ritenuta responsabile per l'accuratezza delle informazioni riportate; questi dati non sono completi in quanto alcuni di essi sono considerati dall'industria come segreti commerciali.

Pur consapevole di questi limiti, ho ritenuto interessante portare avanti una piccola indagine sulla questione e ciò che è venuto fuori è piuttosto interessante.
I tabacchi che ho preso in esame, sono: Italia, Comune e Forte, prodotti da MST; Allegro e Allegro Delicato, prodotti dalla Pöschl Tabak; Le Baron, prodotto dalla Grand River Enterprises.
Si noti che l’unità nominale in queste tabelle è di 1.000 mg e che la quantità di additivi è espressa anch’essa in milligrammi.
Risulta pertanto piuttosto semplice calcolare delle percentuali, alla maniera francese. Il totale degli additivi comprende anche l’acqua, ovvero tutto ciò che non è il puro e semplice tabacco.

Bene, partiamo dai noti trinciati italiani: prima di tutto, il Comune.



Salta subito all’occhio che la quantità d’acqua presente in questo trinciato, ma anche nel Forte e nell’Italia, è molto più elevata che in tutti gli altri. Francamente, me ne sfugge il motivo, dato che questi tabacchi non si presentano poi così tanto più umidi rispetto agli altri della medesima categoria. Che sia dovuta al recon, o, meglio al processo produttivo del recon? E’ interessante notare che nel Comune sono presenti aromi (non meglio specificati), seppur in una percentuale talmente bassa da risultare sostanzialmente irrilevante: dubito che sia possibile rilevarli in fumata, trattandosi dello 0,05%.

In totale, alla maniera francese, nel Comune gli additivi sono al 23,7%


Veniamo al Forte, che un tempo amavo tanto.



Il Forte, si assesta sostanzialmente sui medesimi valori del Comune. Si nota l’assenza degli aromatizzanti, ma dubito che sia così rilevante, in fondo.

In totale, gli additivi sono al 23,6%


L’Italia, ora.



Ques...

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Autore: l4z4rus
Comments: 40 | Views: 1,182Last Post by: carloscarnicero (9/9/2015, 18:53)
 

B_NORM    
view post Posted on 23/6/2015, 13:18 by: l4z4rus     +1   -1Reply


Continuo la mia serie di brevi scritti dedicati ai produttori di tabacchi da fiuto: devo dire che ci sto prendendo gusto! Dopo aver conosciuto la Pöschl e Bernard, ora è la volta della McChrystals: una casa relativamente poco nota alle nostre latitudini, ma i cui prodotti sono senz’altro apprezzabili e molto caratterizzati, quasi tutti mentolati o comunque elegantemente aromatizzati, alla maniera inglese.
Devo dire che la disponibilità di quest’azienda merita una menzione speciale: non appena li ho contattati si sono prodigati in mille modi per venire incontro alle mie richieste e, anche se alcune informazioni sono gelosamente custodite, nel complesso ho avuto risposta a tutte le mie domande.

Come molti di voi forse sapranno, la McChrystals (Leic) Ltd è un’azienda ben consolidata nel Regno Unito e non solo: fondata in tempi relativamente recenti, nel 1926, rispetto ad altri produttori, è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante presso gli appassionati. Denis McChrystal, il fondatore della fabbrica, si trasferì a Leicester dall’Irlanda: giunto in Inghilterra, trovò impiego presso un ingrosso di tabacchi. Lavorando nel settore ebbe modo di notare che i volumi di produzione e vendita erano decisamente elevati e, con un certo spirito imprenditoriale, decise di provare a miscelare lui stesso i tabacchi per produrre i propri snuff. Per formulare una propria ricetta, si fece dare una mano da un chimico ricercatore della Leicester University: curiosamente, la sua assaggiatrice di fiducia fu nientemeno che… sua nonna!
L’arzilla vecchietta, grande consumatrice ed estimatrice di tabacco da fiuto, diede il suo benestare al prodotto e così Denis ruppe gli indugi ed entrò in affari. Nel 1945, anche il figlio di Denis entrò nell’azienda di famiglia, consegnando il tabacco a domicilio, girovagando in bicicletta. Nel 1978 è la volta di Ian Denis McChrystal di mettersi in gioco: la fabbrica è ormai completamente meccanizzata e i suoi prodotti diffusi in tutto il mondo.
Le foglie di tabacco grezzo sono importate da molti paesi diversi e finemente tritati, prima dell'aromatizzazione: è tuttora Ian stesso a provvedere alla preparazione degli ingredienti. In una stanza rigorosamente chiusa a chiave, Ian miscela i componenti a mano, utilizzando fiasche, becchi di Bunsen, pestello e mortaio, bilanciando le inevitabili variazioni dovute al raccolto e ai diversi tabacchi disponibili anno per anno: una volta bilanciato il blend, la produzione su larga scala avviene con l’ausilio di moderni macchinari di mescita che in circa due ore restituiscono il prodotto finito.
A questo punto, il lavorato passa al settore di confezionamento, ove altri macch...

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Autore: l4z4rus,
McChrystal's,
snuff
Comments: 12 | Views: 518Last Post by: vinciman (23/5/2016, 14:22)
 

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view post Posted on 11/6/2015, 17:05 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Qualche settimana fa ho avuto il piacere di scrivere due parole riguardo allo snuff e agli schmalzler prodotti dalla Pöschl. In realtà, già mentre scrivevo quell’articoletto avevo in mente di contattare in futuro altri produttori e fare la medesima cosa, ovvero fornire agli accademici qualche informazione interessante legata a questo mondo, invero un po’ trascurato qui in Italia: i contributi nella nostra lingua, infatti, sono drammaticamente rari e, in generale, poco approfonditi. Non che io intenda scrivere qui un trattato, tutt’altro! Il mio scopo è semplicemente quello di gettare un po’ di luce sull’azienda produttrice di snuff e schmalzler più antica della Germania: la Bernard Schnupftabak GmbH. Non è stato particolarmente complicato entrare in contatto con Toni Alhäuser-Clausen, General Manager dell’azienda di Regensburg: con la solita, proverbiale disponibilità germanica, Toni mi ha inviato un po’ di materiale informativo (ahimè, in tedesco) che mi ha permesso di soddisfare alcune mie curiosità, ma soprattutto di lasciarmi contagiare ancor di più dell’innegabile carisma che caratterizza questa meravigliosa antica realtà.
L’azienda è stata fondata da Johann Nikolaus Bernard nel lontano 1733, ma ben presto entrò in partecipazione anche il fratello Johan Heinrich. La fabbrica sorse non a Regensburg, ma a Offenbach am Main, a circa 300 km dalla sede attuale sede. In realtà, la produzione di tabacco da fiuto era stata iniziata dal padre dei due fratelli già nel 1687, a Francoforte. In seguito all’ottenimento di una concessione da parte dei signori di Isenburg, coi relativi privilegi, fu decisa la rifondazione in altro loco con la denominazione di "Fürstlich Isenburgische privilegierte Schnupftabakfabrik".
L’impresa fu sin da subito coronata dal successo, soprattutto grazie all’elevata qualità dei tabacchi adoperati e all’adozione del modello produttivo francese grazie all’esperienza maturata da NIkolaus a Strasburgo: i tabacchi più venduti allora avevano nomi che richiamavano appunto la tradizione francese, come "Straßburger" e "Pariser". I profitti furono così elevati da permettere ai due fratelli addirittura di entrare nel settore bancario.
Alla morte di Johan Heinrich, i suoi due figli, Peter e Rahel, ereditarono le sue quote dell’impresa: Peter, in particolare, fu un grande appassionato di musica e mecenate, famoso per la sala da concerto che fece costruire all’interno della sua villa (oggi trasformata in museo).
La fabbrica di Regensburg fu fondata poi nel 1812 e ampliata nel 1896.
Sin dalle origini, il prodotto più popolare di Bernard è lo Schmalzler, il cui simbolo è il famosissimo Schmalzlerfranzl. Come si può vedere in un video facilmente reperibile su Youtube, la produzione c...

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Autore: l4z4rus
Comments: 12 | Views: 488Last Post by: cliff0rd (16/6/2015, 23:39)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/6/2015, 19:51 by: l4z4rus     +1   -1Reply




Non c’è che dire: la verità è una sola; noi dobbiamo confessare che per quanto riguarda il tabacco eravamo meglio serviti una volta. – Le concie erano migliori, il tabacco più stagionato e di qualità meno scadente.
In giornata, i zigari che hanno maggiore consumo sono i virginia, i cavour, e gli ad uso Roma. – Vengono poscia i sella, i Superiori, i toscani, i bolognesi, i wewey immitati, ecc.
Passiamoli brevemente in rassegna.

Zigari Virginia – sono lunghi, semirotondi, fatti con foglie di tabacco forte. – Stagionati sono eccellenti. – Oggidì li abbiamo un poco migliori che non due o tre anni or sono, tuttavia lasciano ancora molto a desiderare. – Un grave difetto che presentono è quello che la più parte di essi sono sfogliati, forati, per modo che è ben difficile godere il dieci centesimi che si spende nel comperarli, dovendo gettarli a metà, perché fiatando d’ogni parte, non permettono di aspirarne il profumo. – Vi sono dei privati che ne posseggono ancora di quelli del 1848 e successivi anni – e vi so dire, o lettori cari, che sono qualche cosa di eccellente – hanno una fragranza speciale e per fumarne uno si sacrificherebbe qualunque divertimento.
Al giorno d’oggi, per trovare un buon Virginia, è necessario essere amici dei tabaccai, e avere agio di scernerli, ad uno ad uno, dai pacchi – e se non si è loro amici, si procura un tale favore, pagandoli un centesimo o due in più, pagamento che finisce ancora per portare un vantaggio, poiché si potrà fumare tutto lo zigaro, e non si sarà costretti a gettarlo dopo averne aspirato un solo terzo od una sola metà. – Generalmente, i migliori zigari Virginia, sono quelli il cui colore tiene più al chiaro che allo scuro – e trovansi cospersi di piccoli groppetti – bisognerà curare di più, che lo zigaro, che lo zigaro non presenti convessità – e avere l’avvertenza prima di accenderli, di levarne una piccola parte in fondo, sarà così più facile lo aspirarli – cosa che si otterrà meglio ancora, procurando di non rompere la pagliuzza che si tiene in bocca.

Zigari Cavour – sono buoni per coloro che non amano né zigari troppo dolci né i troppo leggieri – nel 1859 e in principio del 1860 erano eccellenti – al mattino si preferiscono ai Virginia. – Sono piuttosto corti e tozzi. – Quelli fabbricati in Piemonte, ancora oggi sono buoni – Quelli grossi e d’un colore oscuro sono i migliori – Nella loro scelta, al contrario dei Virginia, si deve schivare di prendere quelli con gropi, perché in essi sono più grossi, e impediscono l’aspirazione. – Stagionati di troppo, accendendoli abbruciano – chi ama conservarli un anno per l’altro, avrà l’avvertenza di tenerli in luogo asciutto, ed all’atto di fumarli metterli prima, per poche ore, in luogo umido.
Per chi ne compra dei pacchi – potrebbe, prima di usarne...

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Autore: l4z4rus
Comments: 12 | Views: 298Last Post by: EmART (7/6/2015, 20:44)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/5/2015, 17:37 by: l4z4rus     +1   -1Reply



La mia passione per il tabacco da fiuto è relativamente recente: anche se, in passato, ero solito fiutare i residui di “lavorazione” dei tabacchi che sbriciolavo prima di bruciarli nella pipa, è solo da pochi mesi che ho iniziato a fiutare in modo convinto prodotti nati, appunto, per essere fiutati. Avvicinarsi a questo mondo significa, inevitabilmente, soprattutto in Italia, incontrare ben presto i prodotti della Pöschl Tabak, azienda leader nella produzione di Schmalzler e Snuff in Europa e nel mondo: i tabacchi da fiuto più diffusi sono infatti quasi tutti di produzione tedesca. Dall’Ozona President al Gltscher Prise, dall’Andechs all’Alpina Snuff, dal Gawith Apricot allo Schmalzler Doppelaroma, tutti gli appassionati fiutano tabacchi di produzione tedesca, anche quando sono convinti di non farlo: un esempio su tutti è il Santa Caterina (Rosso o Blu che sia) che, a dispetto dal nome che strizza l’occhio ai classici fiuti italici ormai estinti, viene prodotto sempre dalla Pöschl.
Com’è mio costume, non appena mi sono coinvolto in questa nuova passione, non ho potuto esimermi dal procurarmi una bella selezione di prodotti al primo viaggio utile in Germania; il secondo passo è stato, com’è facile immaginare, prendere contatto coi produttori. Così come avvenuto coi tabacchi da pipa, se da un lato interloquire con qualcuno alla Samuel Gawith o alla Gawith Hoggarth è stato impossibile (anche recandosi in loco), i produttori tedeschi si sono mostrati molto più disponibili: è così che ho potuto fare amicizia, seppur ancora solo in virtuale, con Claudia Schratzenstaller, International Sales Manager della Pöschl Tabak, la quale è stata così gentile da rispondere a tutte le mie domande in merito ai loro prodotti (compreso il defunto Santa Caterina Blu) e da inviarmi un po’ di materiale informativo. Eccomi dunque a condividere con voi qualcosa su questa azienda e sui suoi metodi di lavorazione, sperando di fornire qualche utile informazione agli accademici.
La Pöschl Tabak è stata fondata il 24 dicembre 1902 da Alois Pöschl a Landshut, antica città bavarese sulle rive del fiume Isar: le sue acque ebbero un ruolo decisivo per la nascita di innumerevoli fabbriche di fiuti in questa cittadina, anche se la Pöschl è stata l’unica a mantenere viva questa tradizione, diventando nei decenni la più grande fabbrica europea, se non del mondo. Alla fine degli anni Novanta, si calcolava che in Germania i consumatori abituali di tabacco da fiuto fossero all’incirca un milione: su circa 350.000 kg di prodotto, oltre i due terzi sono consumati in Germania, mentre il restante viene esportato. Si noti, tuttavia, che oltre il 40% del tabacco fiutato nel mondo è prodotto dalla Pöschl. Dal 1995, la sede della Pöschl è stata spostata a Geisenhausen, alla periferia di Landshut, laddove sorge una moderna fabbrica in grado di soddisfare la crescente richiesta del mercato, richiesta che...

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Autore: l4z4rus,
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Comments: 17 | Views: 1,005Last Post by: l4z4rus (26/5/2015, 11:58)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/4/2015, 18:30 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Fumare? Per me é sempre stata una boccata di libertá. Ancor prima che gusto, soddisfazione, rilassamento, appagamento, tranquillitá, il fumo di tabacco ha sempre significato libertá. Libertá da cosa? Libertá di fare, null'altro. In un mondo regolato da stolide sovrastrutture moralistiche - seppur mascherate da salutismo e cura di sé - il fumo é stato eretto ad exemplum di uno stile di vita peccaminoso e perverso, capro espiatorio sacrificato sull'altare del terrore postmoderno della morte: la lotta al fumo - con tutte le sue assurditá e supportata da studi quantitativi molto spesso perlomeno risibili - é sempre stata ai miei occhi solo la cifra della borghese incapacitá di confrontarsi con la caducitá dell'esistenza umana, di accettare il concetto stesso di morte. Che sia stato per reazione a questa weltanschauung, o perché irrimediabilmente corrotto dalla propaganda delle multinazionali, fors'anche per reazione ai divieti familiari, io non so, fatto sta che sono un fumatore, lo sono da anni e lo saró fino alla mia morte. Il fumo é libertá, dicevo. Libertá di fare. In che senso? Beh, fin da ragazzo, l'idea che una qualche attivitá mi fosse preclusa per qualsivoglia motivo mi ha sempre irritato! Il "vietato fumare" é senz'altro il primo divieto che ho letto: ho iniziato a fumare quando ho imparato a leggere. Non in senso letterale, s'intende, ma in senso ideologico: in un'ottica genealogica, nel divieto si radica il mio vizio del fumo. Per parecchio tempo, d'altro canto, ho fumato soprattutto per spregio ai divieti - a scuola, sul pullman, persino in ospedale. Che fumavo? Beh, da ragazzo fumavo sigarette! Che altro avrei dovuto fumare? Ora che fumo tabacco in ogni forma e frequento alcuni appassionati, mi capita talvolta di imbattermi in scritti o racconti di fumatori di sigari e pipa che dichiarano di non averne mai toccata una; altri dichiarano di aver caricato la prima pipa alle elementari; o, ancora, di aver conosciuto il sigaro il giorno della prima comunione, magari per festeggiare. Mah... Non so. Io mi sono cacciato in bocca la pipa per la prima volta alle superiori, ma per anni non ho tolto di tasca il pacchetto di sigarette. Al giorno d'oggi, aver fumato o fumare sigarette sembra quasi diventato un'onta... Per caritá, é indubbiamente un pessimo fumo (specialmente ora), ma ognuno sará pur libero di fumare ció che lo aggrada? D'altro canto, é meglio arrivare alla pipa o al sigaro passando per la sigaretta o passando per i "toscani" aromatizzati? Francamente, meglio le sigarette! Queste ultime, perlomeno, hanno un lieve sentore di tabacco. Un tempo, poi, fumare Marlboro, Nazionali o Gauloises era una scelta di gusto: American Blend, contro goût français e gusto italiano. Ora come ora, gli americani hanno vinto e non esiste varietá, ma un tempo, fumare sigarette poteva essere addirittura didattico.
Ma perché mi sto perdendo in chiacchiere? Questa mia dannata in...

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Autore: l4z4rus,
Diritti,
Pensieri
Comments: 59 | Views: 1,122Last Post by: l4z4rus (21/6/2015, 10:04)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/3/2015, 09:22 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Esiste un mondo che si cela tra le pieghe della realtá, un mondo - che dico? - un universo nascosto ai piú, celato da stolide immagini di salute che si avvicendano e sovrappongono, affastellandosi l'una sull'altra, ma che si palesa in tutta la sua grottesca coerenza giusto al secondo litro di birra. Non appena le porte della percezione si spalancano, pungolate dall'alterazione, e il favorevole stato di coscienza si fa padrone di noi, ecco che tutte le costruzioni di senso, le sovrastrutture morali e sociali, il principio di non contraddizione, la logica e simili amenitá si sollevano sospinte dal vento della libertá, come gli scheletri delle foglie in un bosco che brucia, e solo i fusti anneriti restano al loro posto - al contempo cadaveri, monumenti e punti di riferimento: ecco che - meraviglia delle meraviglie - al di sotto del velo scorgiamo le nude forme della realtá, libere e scevre degli inutili orpelli che le appesantiscono. D'un tratto, non esistono piú sigarette, sigari o pipe, ma solo tabacco - il nome é suono e fumo; né contano i nomi delle strade, esistono solamente vecchie vie note, seguendo le quali non ci si perde, e nuovi percorsi, che affascinano e ammaliano con le loro lusinghe; non esistono piú giovani, vecchi, ragazzine, ragazze, donne, ragazzini, ragazzi, uomini, ma solo quelli che sono con noi e possono capire, quelli che non sono con noi e non capiscono - né ci interessano. Allora, nel vagare, non conta piú la definizione di reale: quando il mondo si squaderna di fronte ai nostri occhi, nella sua indecifrabile, complicatissima semplicitá, l'alcool, nocchiero della nostra navigazione, ci conduce simile a una guida da una meraviglia all'altra, da una risata all'altra, financo da un pianto all'altro. Anche il tempo, tiranno dei nostri giorni, scandito dagli impegni - piú o meno borghesi - che i pigri considerano irrinunciabili, si piega, stroncato dalla nostra stessa volontá: ogni birra calata, ogni nuovo bicchiere riempito e svuotato é una martellata all'orologio. Fino a quando, svuotate innumerevoli bottiglie, il vagare cessa: allora, l'amico piú fidato é un albero, una panchina o una piazza: mentre il popolino ignaro continua a muoversi affacendato con una meta, noi decidiamo di fermarci. Basta. Pausa. Con gli occhi aperti sulle meraviglie del mondo, non serve neppure piú camminare: é sufficiente l'asfalto, il tabacco che brucia e un amico a fianco. E che il piccolo mondo continui pure a scorrere: noi siamo fermi per quanto ci muoviamo agilmente nel vasto universo.

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Autore: l4z4rus,
Abbinamenti,
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Comments: 20 | Views: 367Last Post by: l4z4rus (10/3/2015, 17:31)
 

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view post Posted on 12/2/2015, 21:48 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Caro Mario,

nonostante la mia stima nei tuoi confronti sia grande visti i notevoli successi che hai conseguito nel mondo della pipa, del tabacco e del sigaro extracubano, non ho mai nascosto di non essere un tuo cliente affezionato per quanto riguarda i tabacchi da pipa. Al di lá dei motivi "ideologici", piú o meno fondati ma che comunque non voglio rivangare qui, il motivo princeps é semplice, ancorché prosaico: semplicemente non posso permettermi di fumare tabacchi da 400€ al chilo. Forse dovrei fumare meno per fumare meglio, ma, essendo spesso in vacanza all'estero, seguo una strada piú semplice e viziosa: compro i medesimi tabacchi a circa 250€ al chilo.
Beh, va anche detto che uno dei motivi che mi spinge a comprare all'estero - e soprattutto in Germania - é anche la scelta molto piú ampia: non che manchino ottimi tabacchi qui da noi, ma, prezzo a parte, essendo io un fumatore "forte", la sceltá é comunque limitata. In fin dei conti, i miei favoriti sono irreperibili qui da noi.
Questo fino ad oggi.
Ebbene, questa sera sto finalmente fumando questo Lakeland Dark... Ero molto incuriosito da questo tabacco, sostanzialmente in esclusiva per noi italiani, anche perché il nome mi ricorda inevitabilmente il Kendal Dark di Gawith Hoggarth, fumato con enorme soddisfazione quest'estate proprio a Kendal.
Beh, Mario, questo Lakeland Dark non é identico, ma mi piace quanto quello. A partire dal taglio shag, molto comodo nel caricare la pipa e da gestire in fumata, al momento é di sicuro il miglior tabacco con del kentucky reperibile qui da noi (specialmente ora che siamo orfani del Brown 4). Ti diró di piú: sarebbe ottimo anche per i neofiti che passano dal toscano alla pipa: é corposo, ma non soverchiante, gustoso, ma non nauseante e molto soddisfacente. Certo, per chi si affaccia al mondo del tabacco per la prima volta puó essere fortino, ma neppure troppo, in fondo.
Ora, venendo al motivo per cui mi rivolgo a te, ti chiedo con forza: commercializzalo in bulk, per piacere!
Fai in modo che chi, come me, non puó permettersi di spendere 400€ al chilo per fumare un buon tabacco e che ama i gusti rustici, che chi, come me, non puó sopravvivere di solo Commonwealth o di solo Full Virginia Flake, possa tornare ad acquistare in Italia. Aiutaci a fare la pace coi nostri tabaccai, talvolta ostili a noialtri "frontalieri del vizio".
E perdona il tono scherzoso di questo scritto: in realtá sono molto serio.
Mi impegno sin da ora, qualora tu decida di venderlo in bulk, a comprarne almeno due di Lakeland Dark ogni mese.

Con stima,
Maurizio l4z4rus Capuano

Edited by l4z4rus - 12/2/2015, 22:07

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Comments: 21 | Views: 1,447Last Post by: Antongius73 (15/2/2015, 13:00)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/1/2015, 08:32 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Riporto qui su Adfl un divertente articoletto che ho letto qualche anno fa...
L'intento, dell'autore nello scriverlo e mio nel riproporlo, é quello di far riflettere e - perché no? - ridicolizzare un po' taluni assunti dati troppo spesso per assodati.


Una divertente presa in giro, basata sulle false affermazioni pseudo-scientifiche che spesso accompagnano relazioni la cui sola ragione di esistere e' quella di giustificare il denaro investito dai committenti nel produrle:

Accurate ricerche scientifiche svolte sul pane hanno dimostrato che:

1. Oltre il 98 percento dei criminali condannati per reati contro la persona sono consumatori abituali di pane.
2. Una buona METà di tutti i bambini che sono cresciuti in ambienti familiari dove si consuma il pane ottengono punteggi al di sotto della media in test d'intelligenza standardizzati.
3. Nel diciottesimo secolo, quando quasi tutto il pane veniva cucinato in casa, le aspettative medie di vita erano meno di 50 anni; il tasso di mortalità infantile era eccezionalmente elevato; molte donne morivano durante il parto; e malattie come il tifo, la febbre gialla e l'influenza devastavano intere nazioni.
4. Più del 90 percento dei crimini violenti e degli stupri vengono commessi entro le 24 ore successive al consumo di pane.
5. Il pane viene preparato con una sostanza chiamata "pasta". E' stato provato che una dose di appena 200 grammi di pasta può venire utilizzata per soffocare un topo di laboratorio. L'italiano medio che mangia del pane assorbe venti volte di più tale quantità nel corso di un solo mese!
6. Le società primitive tribali che non usano pane mostrano una netta minore incidenza di cancro, Alzheimer, Morbo di Parkinson, e osteoporosi.
7. I popoli dei paesi asiatici, dove notoriamente si consuma pochissimo pane se non niente del tutto, sono meno propensi all'ipertensione e alle malattie cardiovascolari associate.
8. E' scientificamente provata l'assuefazione creata dal pane. Soggetti privati del pane e alimentati con sola acqua hanno supplicato di avere del pane dopo appena due giorni di tale dieta.
9. Il pane e' spesso una voce alimentare che funge da "cavallo di troia" inducendo il consumatore a ingerire sostanze più "pesanti" quali il burro, la marmellata, il burro d'arachidi, e, addirittura, del salame!
10. E' dimostrato che il pane tende ad assorbire acqua. Dato che il corpo umano e' composto per più del 90 percento da acqua, ne consegue che consumare questo prodotto estremamente assorbente può sopraffare il vostro corpo e farvi diventare una persona flaccida, goffa e "impastata".
11. I bambini appena nati possono venire soffocati dal pane.
12. Il pane viene cucinato a temperature di oltre 240 gradi centigradi! Una persona adulta sana, esposta a questo tipo di calore per meno di un minuto può restare uccisa....

Read the whole post...



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Comments: 13 | Views: 352Last Post by: tab_68 (25/1/2015, 13:39)
 

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