Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.





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B_NORM  
view post Posted on 4/7/2019, 12:22 by: Lady M     +1   +1   -1Reply
La vendemmia… che magico momento dell’anno, la raccolta dell’uva sprigionava una stravagante allegria nel villaggio, la convivialità di quelle genti, rimembrava la gioia dei piaceri semplici, non inficiati dal progredire nefasto dell’industrializzazione, delle prime macchine a vapore e di quei velivoli, che violavano l’immensità del cielo. Godersi quei piccoli istanti di puro piacere e gioia, erano ormai una tradizione, o meglio, un peccato da concedersi…
L’odore dell’uva appena raccolta e del mosto permeavano l’aria, assieme al vociare di quei bambini chiassosi, che giocavano pigiando l’uva e cantavano motivetti tipici di quei luoghi, e quell’aria fresca e ed umida non poteva che risvegliare l’animo, mentre, tutto intorno si preparava al lungo tacere dell’inverno.
Elena aspettava con ansia questa sua fuga, l’incessante fremere delle sue carni, fermavano lo scorrere del tempo: era tutto immobile, eppure, ella sapeva che sarebbe arrivato quel momento. Lo rivide, come tutti gli anni, non importava cosa fosse successo prima o dopo, ma erano lì, in quel luogo: indossava il suo panama, la sciarpa e la giacca, dai freschi colori estivi, e passeggiava incessantemente tra le pergole, con quel suo sigaro… si avvertiva l’odore, nonostante quel trambusto.
Elena e Gabriele si incontravano tutte le sere, al calare delle tenebre: passeggiavano in quel vigneto, disquisendo, armoniosamente, delle faccende quotidiane, per , poi, cedere a piaceri più sublimi. Egli, come sua abitudine, era sempre ad aspettarla lì, recando con sé il suo sigaro, sapeva che le sarebbe piaciuto. Elena, prendeva quel bastoncino di tabacco, lo faceva scorrere tra le dita, sentendo il lieve scricchiolio che emetteva, flebile, come il suono di un carillon in lontananza, annunciatore di un più piacevole fremito. Gabriele aveva dei modi affabili e dolci, delicatamente si riprendeva ciò che era suo, ma non prima di aver beneficiato entrambi dell’odore del tabacco a crudo: le mani e gli abiti ne rimanevano impregnati! Dopo con eleganza e pazienza, ardeva e scaldava lentamente quel braciere, fino a poter portare alle labbra il sigaro e fumarlo. Gli amanti si concedevano al fumo, come ad altro vizio, in una danza di piacere: avvertivano l’odore del tabacco sulla loro pelle, diventando loro stessi l’effluvio delle volute del sigaro, si fondevano in baci appassionati, dai sapori del legno e del miele…
Al termine del loro incontro, le foglie secche del tabacco non avevano più rumore, si sentiva solo la natura che si preparava al freddo silenzio, la rugiada raffreddava gli animi ed il vino avrebbe rallegrato i mesi a venire e lenito l’attesa della vendemmia futura.

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Autore: Lady M
Comments: 12 | Views: 209Last Post by: Lady M (12/7/2019, 07:53)
 

B_NORM    
view post Posted on 27/6/2019, 10:43 by: Lady M     +1   +1   -1Reply
Racconto la storia di un amore lontano, che si perde nei secoli, nel vento di leggende e storie vetuste, di passioni infinite ed amanti, perseguitati dal desiderio di conquista e dominio sul creato.
Era un’epoca lontana, in cui si viveva con poco, bastava l’amore e pochi altri piaceri…effusioni e dolci baci, che accompagnavano quelle foglie scure ed aromatiche, in quei luoghi, dove la civiltà occidentale non era ancora arrivata. Andrés era uno dei primi europei ad essere giunto su queste coste: non era rimasto solo affascinato dalla morfologia di questi posti, tra vulcani e laghi, ma, soprattutto dalle popolazioni e dalla bellissima Amadahy.
Egli non era come gli altri, non voleva solo conquistare i territori, razziando tutto ciò che trovava sul suo percorso, voleva scoprire: era incuriosito da queste nuove culture, dal loro essere primitive e selvagge, fino alla loro spiritualità. Amadahy era molto giovane, quando per la prima volta vide quei vascelli all’orizzonte: ella aveva assistito alla resa del suo popolo, a quello scambio di oro, argento e tabacco con gli stranieri, aveva visto il capo tribù inchinarsi, dinnanzi all’egemonia dei cannoni e sperava nella fine di questo sterminio.
Il suo nuovo compito era di rendere più confortevole la permanenza agli stranieri, anche a quel conquistador che si era ferito durante la battaglia: così conobbe Andrés. I due, in languidi sguardi, divennero subito complici, egli amava l’anima profonda e selvaggia di Amadahy, ella il coraggio di lui.
La guarigione era lunga, ma ad essa seguivano dei riti sempre più affascianti: al calare delle tenebre, Amadahy si recava dallo sciamano della sua tribù, che studiava il cielo e prendeva delle foglie scure arrotolate, da fumare tutta la notte.
La giovane indigena prendeva questo “sigaro”, dall’aspetto bruno e ruvido, a tratti oleoso e vellutato, lo accendeva con delle bacchette, che estraeva dal fuoco, che scaldava la sua tribù.
Andrés si perdeva in quel fumo denso e cremoso che scaldava la tenda, assaporava tutti gli aromi: percepiva i sentori del legno e della nocciola tostata, che lo riportavano a casa, ma anche quelli della cioccolata e spezie, molto più esotiche, a tratti si lasciava trasportare dalla dolcezza del miele e della frutta secca, negli abbracci di Amadahy. In quelle notti, il conquistador riusciva davvero a percepire lo spirito primordiale di quella tribù, che si nascondeva nell’aspetto pacifico, quando gli istinti prendevano il sopravvento sulla razionalità. Un giorno, alle prime luci dell’alba si sentirono i fucili sparare, i due amanti assopiti, si destarono spaventati: vi era stata una rivolta, finita nel sangue.
Andrés provò con tutte le sue forze a far terminare la carneficina degli indigeni, ma qualcosa non convinse i suoi commilitoni: venne accusato di favoreggiamento ed arrestato . La notte seguente uno dei vulcani esplose, nel frastuono i due amanti riuscirono a scappare, perdendosi nella foresta.
Oggi si dice che i d...

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Autore: Lady M
Comments: 6 | Views: 154Last Post by: Lady M (30/6/2019, 00:54)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/6/2019, 20:06 by: Lady M     +1   +1   -1Reply
Caro fumatore, vi è molto da dire della nostra passione, ci dilettiamo a far gli esperti, a volerne carpire i segreti, ma, alla fine, ci dimentichiamo la vera essenza del fumo lento. Fumare un sigaro è oltre la pura analisi, significa coinvolge i sensi e chi siamo.
Accordiamo le note dei sapori a crudo, ci eleviamo nella sinfonia degli aromi, nelle brezze di quel mare di nebbia e ci abbandoniamo all’essenza stessa del fumo, cerchiamo incessantemente, ma cosa? Cosa si apre all’orizzonte, davanti ai nostri occhi?
Scaldiamo con lentezza ed avidità il nostro braciere, i nostri sensi vibrano e festeggiano, giocano con il piacere: esso si insinua e si nasconde, come quel fantasma di quel poeta maledetto, saltella al ritmo di un violino scordato, in un mistico e trascendentale istante, e ci schernisce. Un’analisi più critica vorrebbe tenerci legati alla visione razionale di questo momento, ma come per Psiche, la curiosità ci spingerà ad andare oltre: in silenzio, con una candela, cercheremo di illuminare quel viso, incorniciato da tirabaci dorati, cercando di non essere scoperti. Adesso il nostro io ci farà scegliere se gustare o degustare! Svelare il mistero e studiarlo, perdendo la sua semplicità, oppure, goderci questo idilliaco momento, senza tormentarci?
Quando il nostro sigaro si spegne lentamente, ci sentiamo come abbandonati, alla ricerca di attenzione come la dolce Billie, che chiedeva un bacio al suo amato, ma, che, in realtà, egli avrebbe condiviso con tutti: alla fine è così, tutti dovremo poter beneficiare di questi istanti, di questi piaceri e di questo sapere.
Prima di questa lettera, ero intenda a studiare il sigaro, che mi ha accompagnata nella scrittura, avevo iniziato a compilare le schede di degustazione, volevo imparare, ma i pensieri si sono lasciati trasportare dalle volute d fumo, in un turbolento panta rei ! Alla fine, come emblema del mio peccato, un pezzetto di foglia di fascia è rimasto intrappolata nel colore scarlatto del mio rossetto: dovevo analizzare, ma, a volte, fumare è anche poesia, semplicità e mero piacere!

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Autore: Lady M
Comments: 12 | Views: 205Last Post by: Lady M (9/6/2019, 22:18)
 

B_NORM  
view post Posted on 29/5/2019, 20:21 by: Lady M     +1   -1Reply
La primavera svegliava la natura, i boccioli si schiudevano ai primi raggi di sole e le farfalle intonavano note impercepibili, danzando nel vento, e la giovane Jessica guardava quel giardino: la tristezza le inondava il cuore, soffocando la sua anima, con quei ricordi, con quel suo amore perduto. Ella amava perdersi nel passato, in quei forti sapori, che, neanche il tempo avrebbe cancellato, nelle emozioni provate con quel uomo, che aveva tanto amato…
Ella riviveva quei giorni di Natale, quando lo scoppiettio della legna ardeva, come il suo cuore, ed il fumo riempiva la stanza, ricordando i baci appassionati con il “suo” Roger. Egli era un uomo alto, dalla carnagione e gli occhi scuri. Jessica lo aveva incontrato per caso, alla stazione, un freddo giorno di dicembre: i due si erano scambiati un sorriso e qualche convenevole, fino a perdersi. Nella neve riuscivano a sentire solo il battito dei loro cuori e il calore del loro amore, ma era solo passione, attrazione fisica e peccato… per lui. Ella adorava le visite serali di Roger, il suo entrare della stanza , incedendo senza paura, la sua sicurezza e tutti i suoi riti: egli prendeva dalla giacca un forte sigaro scuro, pieno di venature, lo odorava e lo accendeva con pazienza e meticolosità, come se tutto il mondo dovesse fermarsi a guardarlo. I loro incontri erano fugaci, clandestini, eppure, Roger trovava sempre il tempo per accendere e fumare! Questo, inizialmente, la faceva impazzire, avrebbe voluto tutto il suo amante per sé, ma imparò ad amare e condividere questi suoi gesti: non poteva essere egoista, alla fine quel Kentucky, rozzo, a tratti forti e burbero, era entrato nella sua vita.
I due amanti trascorrevano le loro serate, concedendosi ai loro vizi, sorseggiando del buon vino, e lasciandosi trasportare dalle loro pulsioni primordiali: Jessica amava quel gusto di tabacco sulle labbra del suo Roger, la sensazione pungente che avvertiva alle prime puffate, il pizzicore sulla lingua e quel fumo, denso e caldo, sprigionato dal braciere, che le inondava il corpo… Ah come avrebbe voluto risentirlo, ancora una volta!
Ella sapeva che, quel “suo Roger”, non sarebbe mai stato suo, eppure, lo desiderava e lo sperava: immaginava che un giorno avrebbero raccolto le ciliegie di quel giardino, cedendo alla lussuria ed a quel tabacco.
Quell’uomo forte ed affascinante, ormai, si era dimenticato di lei, non lo vedeva da quella notte in cui gli aveva chiesto di rimanere e smettere di scappare: egli era andato via come il fumo nel vento, lasciando solo un bacio amaro al Kentucky.
Il sole era calato e Jessica, memore del suo amore, con un dito si tocco le labbra: sperò di sentire il pizzicore, che avvertiva le prime volte che fumava e che non avrebbe mai dimenticato, mentre, reggeva il sigaro, rubato al suo amante, in quell’ultima notte.

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Autore: Lady M
Comments: 29 | Views: 535Last Post by: Lady M (6/6/2019, 00:33)
 

B_NORM    
Nina.
view post Posted on 26/5/2019, 21:15 by: Lady M     +1   +1   -1Reply
Ruggenti furono quegli anni, spensieratezza e divertimento, nessun cruccio per una mente libera, per chi non aveva nulla da perdere: frequentare gli speakeasy era la prassi, dimenticare il proibizionismo e la grande depressione un dovere! Quale interesse si poteva avere in una vita normale? Nessuno.
A Nina non interessavano i grandi discorsi di Hoover o di quell’uomo che tanto la amava, le piaceva solo ballare. A notte fonda usciva da casa per recarsi nei più squallidi blind tiger, il ritmo sincopato del jazz l’attirava tanto quanto quel liquoraccio da contrabbando, che sorseggiava tra una boccata e l’altra di quel suo sigaro sottile. Adorava eccedere dalla Kohl che utilizzava per contornare i piccoli occhi allo sfarzo delle sue vesti: non vi erano mai abbastanza piume o frange! Le piaceva attirare l’attenzione degli uomini ballando charleston, scuotendo i suoi corti ricci, e facendo sollevare la gonna ben oltre la fine delle calze.
A ritmo dei saxofoni si accendeva e si spegneva, lo swing la faceva volare in alto, ma il blues la riportava a terra. I suoi momenti preferiti erano proprio questi: quando le note più dolci la portavano ad avere “blues devils”. Il suo sguardo diventava riflessivo, ordinava il suo drink con “the cat says meow”, muovendo appena quelle sue labbra scure, la sua snella figura si allontanava dalla pista da ballo e le frange si fermavano. Si sedeva al solito tavolo, lì dove c’era quell’uomo che la amava, e si perdeva nei suoi pensieri. Nina stringeva tra le dita il suo sottile panatela a ogni boccata lasciava che il fumo invadesse tutta la sua bocca, fino a penetrarle nei pensieri più reconditi della sua anima, il mondo si fermava in quell’istante, quando il tabacco iniziava ad ardere. Ascoltava in silenzio le blue notes ruotando il suo sigaro quasi a seguire il ritmo e lasciava che il tabacco le raccontasse una storia, crepitando tra le sue dita. La serata finiva all’ultimo sorso di hooch, quando con gli occhi teneri si rifugiava fra le braccia dell’uomo che lei tanto amava.

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Autore: Lady M,
Pensieri
Comments: 16 | Views: 275Last Post by: Lady M (27/5/2019, 18:51)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/5/2019, 14:30 by: Lady M     +1   -1Reply
Quanto adoro gli albero a Camme! Riflettendo sui motori alternativi a combustione interna si possono notare notevoli similitudini tra un “Ciclo” di un pistone- cilindro e il “Ciclo” del fumatore di sigari.
Che cos’è un motore alternativo a combustione interna?
Un motore a combustione interna è una macchina motrice in grado di convertire l’energia chimica, proveniente dalla combustione del carburante, in energia meccanica, attraverso un albero motore e permetterci, per esempio, tramite un complesso sistema di trasmissione, di spostarci con la nostra autovettura. La trasformazione dell’energia avviene quando il pistone viene movimentato dalle trasformazioni del gas all’interno del cilindro. Noi fumatori trasformiamo l’energia della combustione in relax e passione (e nicotina assorbita), e utilizziamo lo stesso comburente del motore l’aria, o meglio, l’ossigeno! Il Ciclo di un motore è composto di quattro fasi: aspirazione, compressione, espansione (e accensione) e scarico… ma tutto questo come si può applicare alle nostre fumate? Un fumatore aspira! Proprio come nel cilindro, si crea una depressione nella bocca: il pistone scende e la camera di combustione si riempie di gas. Possiamo dire che siamo fumatori ad “iniezione indiretta”, in quanto non aspiriamo solo aria, tranne se non ci piace fare boccate a braciere spento, allora ci sarà un’iniezione diretta! Vi è la compressione? Certo! Chiudiamo la bocca, proprio come se fosse una valvola di aspirazione o scarico, muoviamo la lingua e il fumo invade tutto la cavità orale. I fumatori più audaci riescono a “comprimere” il fumo, per poi farlo “espandere” verso l’esterno in un’espirazione retro-nasale e sperare in uno “scoppio” di aromi… gli altri, semplicemente, apriranno la bocca per uno “scarico” più veloce. Nel caso dell’espirazione retronasale si potrebbe vedere la bocca come una sorta di “pre camera di combustione”, perché ci prepariamo a sentire tutta la miscela successivamente. La nostra accensione è esterna, che non si voglia pensare di farla internamente per autoaccensione, come nei Diesel, o con una scintilla in bocca!
E se il sigaro fosse lo stesso motore?
La geometria del sigaro stesso permette di vedere la fascia come il cilindro di un pistone dato da sottofascia e ripieno (qualcuno potrebbe dire bonche). Si può parlare di Cilindrata? Sì! In meccanica, la Cilindrata è definita come la differenza tra il massimo e il minimo volume del cilindro, ovvero, il volume spazzato dal pistone. In un sigaro abbiamo un volume massimo prima di accenderlo, e un volume minimo, invece, quando decidiamo di spegnerlo… quindi, una vera e propria cilindrata! Fumare il sigaro è un moto alternato: pause e boccate si alternano, come le corse del pistone.
E se volessimo parlare di evoluzione? Il fluido nel motore evolve, subisce delle trasformazioni, cambiano temperature e pressioni, e in un sigaro cosa cambia? In alcuni sigari cambiano la forza, l’intensità e la pal...

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Autore: Lady M
Comments: 10 | Views: 362Last Post by: Lady M (17/5/2019, 21:32)
 

B_NORM    
view post Posted on 17/4/2019, 19:09 by: Lady M     +1   -1Reply
Virtuale e reale, Accademia è un piccolo mondo, dove ci si conosce e si scambiano idee, ci si diverte e si impara, ma cos'è realmente questo piccolo "globo"?
Di sicuro non è un piccolo geoide, ma è egualmente complesso ed affascinante.
Accademia è famiglia, in ogni momento si trova il conforto o il consiglio paterno: sembrerà strano, ma è così! C'è sempre qualcuno disposto a mettere tutta la sua conoscenza e l'esperienza al servizio degli altri, proprio come il pater familias guida, (spesso il neofita) nella ricerca di indipendenza come fumatore e singolo individuo. In accademia si cresce anche come persona, non solo come slowsmoker.
Accademia è amicizia, come non si può adorare la "chiacchierata" del sabato pomeriggio tutti insieme? La convivialità e il dileggiarsi scherzosamente sono il motore stesso del piccolo globo: sì condividono idee, avventure e passioni. L'amicizia che ci lega gli uni agli altri è più forte della forza di gravità!
Accademia è una piccola società, come tale è strutturata al fine di creare armonia tra le parti: si è accademici ma si è anche accademia! Il singolo smette di essere tale, il suo spazio individuale si fonde con quello degli altri, pur conservando il suo essere diventa il tutto. Alla fine "nessun uomo è un'isola".
Accademia, come il globo terrestre, è soggetta all'entropia, se non ne siete sicuri dovreste sentire e vedere il baccano e la confusione che fa la sezione Campania il sabato pomeriggio!
Ah, ora dimenticavo: Accademia è anche fumo lento!

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Autore: Lady M
Comments: 26 | Views: 460Last Post by: Lady M (20/4/2019, 08:48)
 

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