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| Sull'onda della discussione generale sui cocktail apro questo topic per parlare di quello che è "IL" cocktail.
Indeciso se parlarne in abbinamenti o in off-topic avevo pensato inizialmente di aprirlo tra gli abbinamenti perchè il martini è un eccelte compagno di ogni sigaro, dal più dolce e leggero cubano al più rude e possente dei toscani; mi risulta impossibile dire un nome di un sigaro, tra i pochi tipi che ho fumato finora, che non gradirei come accompagnamento di un martini. Alla fine, in corso d'opera, ho pensato di usare questo argomento per scrivere il mio primo articolo nel blog di AdFL.
Posto la mia ricetta, i miei ingredienti, le mie varianti, i miei riti e vi invito a fare altrettanto.
Tutto comincia con la scelta degli ingredienti. Non sono un esperto nè di gin nè di vermouth per cui ne ho scelti due commerciali e poco ricercati. Si trovano tranqillamente al supermercato:
Il Bombay sapphire come gin; l'alternativa più diffusa è il Tanqueray, che non ho mai provato (un giorno farò un confronto), mentre evito il diffusissimo Gordon's che, a mio avviso, poco si adatta a questo cocktail. Il Bombay ha la caratteristica di essere molto aromatico, crea uno sfondo di sensazioni speziate che fa un pò da tela e da cornice ai sapori erbacei e floreali del vermouth.
Come secondo ingrediente il Martini extra dry... scelto non con consapevolezza ma perchè, altrimenti, non saprei dove andare a buttare la testa per sceglierne un'altro.
Per la preparazione vera e propria utilizzo uno shaker metallico che riempio, assieme al classico bicchiera a "Y", di ghiaccio preso dalla parte più bassa del freezer (la più fredda). Agito lo shaker per raffreddare tutto il metallo uniformemente e, con il colino, faccio gocciolare fuori l'acqua creata dal ghiaccio sciolto.
Aggiungo poi il Martini Dry e il Bombay in proporzioni di 1/4 misurate col colino, aggiungo, a occhio, ancora un pò di gin; giusto perchè creare seguendo degli standard matematici inequivocabili non è bello, ci vuole qualcosa di impreciso e non quantificabile... il martini è un dipinto a pennello, non un disegno tecnico fatto con la squadra e il compasso.
Mescolo il tutto delicatamente, molto delicatamente, con un cucchiaio lungo per 15-20 secondi.
Svuoto il bicchiere, lo agito un pò per far cadere le gocce, prendo il colino e ci verso il cocktail.
Prima della guarnizione lo annuso, quasi a pregustarlo, anche se la preparazione non è ancora finita.
Scorza di limone, schiacciata sopra al bicchiere e, a volte, strofinata contro il perimetro, se ne sentirà la presenza quando ci appoggiamo le labbra. L'oliva non la metto quasi mai, anche perchè quelle fresche non le ho a disposizione. Quando ho quelle nei vasetti e mi va ne lavo una e la lascio a mollo nella vodka per un po prima di preparare il cocktail.
Il martini è un attimo di piacere per me raro, raririss...Read the whole post...
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- Autore: Nolby,
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