Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.





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B_NORM    
view post Posted on 29/1/2018, 18:41 by: fantesaverio     +1   -1Reply
Da quando sono in Accademia ho mantenuto la chiusura di questo brano nella mia firma ma, nè qui nè in rete, prima di oggi avevo mai trovato il resto dello scritto. Ora lo riporto di seguito dopo averlo copiato di sana pianta dal volume "Sigari Toscano" perché, a mio avviso, nella nostra amata AdFL non poteva mancare.

Il profumo del sigaro Toscano.
Nell'alloggio che mia madre aveva affittato per la villeggiatura, così come nella nostra casa a Torino, la camera del prefessor Giuseppe Bargilli, mio nonno materno, diffondeva il delizioso e rassicurante aroma del Toscano. L'affetto profondo che mi legava al mio nonno, alla sua bontà e alla sua intelligenza, si identificavano magicamente con quell'aroma. E capitò che servendo io messa al parroco del Favàro, e passando poi con lui in sacrestia, per aiutarlo a ripiegare i paramenti, e seguendolo infine nell'attigua canonica dove la vecchia Gina aveva preparato il caffellatte anche per me, capitò insensibilmente attraversassi successivi, sfumati, voluttuosi olezzi, dal medioevale incenso al paesano caffellatte e al penetrante Toscano. Non mio nonno, ma il parroco del Favàro mi offrì, dopo una di quelle colazioni, il primo Toscano della mia vita.
[ ... ]
Mentirei però se raccontassi di avere adottato il Toscano, e soltanto il Toscano, dall'adolescenza fino ad oggi. La quasi assoluta innocenza del Toscano è stata una scoperta che ho fatto a poco a poco: credo che lasciai passare almeno venti anni prima di decidermi a rifiutare ogni altra fumareggia.
[ ... ]
Il Toscano è un bene che godiamo ci piace all'odore e al gusto, entrandone in contatto anche prim di accenderlo. Non esiste, tra nei e il Toscano, un'idea che si frappone: nessuna attesa di qualcosa che non conosciamo. Il naso e le gengive, le papille gustative e odorifere, finiscono anche loro, per trasmettere al sangue la nicotina, ma la trasmettono in un tempo infinitamente più prolungato, e in una quantità infinitamente minore. Senza contare che, malgrado questa lentezza, la forza del Toscano è tale da avvertirci quando arriva il momento che dobbiamo smettere di fumare. Se siamo uomini di buona volontà, il Toscano non ci tradisce mai. Il Toscano ci offre sempre, con la sua intima violenza, il migliore antidoto, la migliore difesa contro gli eccessi del fumo.

Mario Soldati.
Tratto da "Il profumo del sigaro Toscano" - Bologna 2010.

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Autore: fantesaverio,
Letteratura,
Sigaro Toscano
Comments: 11 | Views: 656Last Post by: il Monco (23/7/2018, 13:37)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/4/2016, 22:33 by: antondp     +1   -1Reply
Caro Georges,

Hai sempre fumato gli stessi Dunhill, ma a Maigret destinavi il Gris.
Eri un cultore della pipa, ma Maigret svuotava, a fine fumata, la sua a colpi sotto il tacco della scarpa.
In tutti i tuoi romanzi, mai accenni ad una pulitina della pipa, la pipa la si accende e basta.
Sulla tua scrivania, amavi mettere in rassegna , ben allineate, svariate pipe, in barba alle teorie sull'opportunita' di farle riposare a testa in su od in giu'. Avevi pero' una rastrelliera dove tante erano a testa in su.
Insomma,mio caro, eri abbastanza in rotta con Maigret, al quale hai negato anche una scappatella. Tu, invece, sei passato alla storia anche come "tombeur de femme".
Hai convinto Gino Cervi, accanito fumatore di sigarette, a passare , per sempre, alla pipa. E questo è un bene.
Ma forse sarebbe stato piu' giusto che Maigret ti somigliasse di piu'. Avresti potuto insegnargli ad avere piu' rispetto per la pipa.

Edited by antondp - 5/5/2016, 23:13

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Autore: antondp,
Letteratura,
Pensieri
Comments: 20 | Views: 466Last Post by: antondp (5/5/2016, 13:28)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/7/2015, 13:38 by: Masho93     +1   -1Reply
La settimana seguente, come da accordi, i quattro si trovarono nel parcheggio del locale.
"Tutto bene?" chiese Roberto.
"Solita vita!" risposero in coro Gianni e Paolo.
Marco, dopo un attimo di riflessione, rispose: "Possiamo parlarne dentro?"

I quattro varcarono la soglia del bar, si avvicinarono al bancone ed ordinarono 4 whisky, poi si diressero al primo tavolo libero. Marco li fermò. "Il tavolo in fondo… È meglio!"
I tre, ancora sbigottiti dall'atteggiamento dell'amico, si sedettero. Solo allora capirono.
Il giovane architetto, tremando e sudando freddo, confidò loro cosa aveva portato con sé quella sera: il prezioso manoscritto.
Roberto e Paolo scoppiarono a ridere. "Tu stai veramente fondendo a furia di stare a contatto con i commercialisti!" lo derise il più giovane.
"Dovresti fargli conoscere qualcuna delle tue amiche!" aggiunse Roberto guardando con complicità Paolo.
Gianni, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, notando l'imbarazzo di Marco, cercò di cambiare discorso: "Fumiamo?"
Quella sera i sigari erano gentilmente offerti da Carmelo, il quale aveva indetto la serata "Italoamericana", perciò presero i loro fiammiferi e diedero fuoco ai 1492 riposti in un humidor a centro tavola.

La fumata, lenta e piacevole, consentì al gruppo di chiacchierare del più e del meno: la monotonia del matrimonio di Gianni, la causa vinta da Roberto, le difficoltà lavorative di Marco e la conquista settimanale di Paolo.
Mentre ascoltava i pettegolezzi del giovane latin lover, Gianni notò il nervosismo di Marco, il quale stava picchiettando nervosamente le dita sul bordo del tavolo.

Non appena Paolo ebbe finito di parlare, Gianni si rivolse all'amico: "Ti va di farmi vedere il manoscritto?".
Marco interruppe il ticchettio e guardò Gianni. "Davvero?".
Mise una mano nella borsa ed estrasse una cartelletta in plastica trasparente, la quale custodiva un singolo foglio di carta.
Anche Paolo e Roberto, a quel punto, si sporsero in avanti per vedere meglio.
Era una lettera. Non era facile decifrare cosa vi fosse scritto a causa della pessima calligrafia, ma sicuramente stavano leggendo una lettera che parlava di sigari, del 1815, del Granduca di Toscana e di un furto.
Decifrandola meglio riuscirono a capire che stavano leggendo la corrispondenza di due amici, i quali parlavano dell'acquazzone noto per aver fatto nascere i tanto amati stortignaccoli e della volontà del Granduca di conservarne una decina come scorta personale.

"Dopo la sua morte, quattro di quei sigari vennero inseriti nella sua tomba, come da sua richiesta".
I quattro si guardarono sbigottiti. Quella storia era talmente assurda da sembrar vera.
Proseguendo la lettura, capirono il senso di quella lettera.
"Quando la bara del Granduca fu aperta per esporre le sue...

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Autore: Masho93,
Letteratura,
Racconti,
Sigaro Toscano
Comments: 15 | Views: 326Last Post by: Aretim (20/10/2015, 18:38)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/7/2015, 10:55 by: Masho93     +1   -1Reply
Ore 20:30, appena finito di cenare con la famiglia Gianni corse in bagno. Barba, doccia, phon e profumo. Poi dritto in camera da letto a scegliere la camicia ed un paio di jeans comodi.
Sistemò il colletto e si avvicinò alla credenza, aprì l'humidor in mogano ed estrasse il suo pregiato Millenium 2012. Lo assaporò a crudo. "Sarà una gran bella serata" pensò.
Corse in cucina, emozionato come un bambino il giorno di Natale, salutò la moglie ed i due nipoti, poi imboccò le scale e scese in box.
Accese la macchina e si immise in tangenziale. Destinazione: il bar "Da Carmelo".

Giunto al parcheggio spense la macchina, tirò il freno a mano e scese radioso dalla macchina. Osservò l'insegna fatiscente del locale: se non lo avesse conosciuto, non ci sarebbe mai entrato.
Varcò la soglia dell'ingresso e si avvicinò al bancone.
"Gianni! Era da un po’ che non ti facevi vivo!". Il saluto di Carmelo, entusiasta ed affettuoso come un padre, lo accolse nel piccolo paradiso metropolitano. L'odore di tabacco Kentucky nell'aria e la nube bianca e densa avrebbero messo il voltastomaco ai più, ma per Gianni era puro ossigeno.
"Ciao Carmelo! Sì, lo so è da un po’ che non mi faccio vedere, ma per stasera ho grandi progetti!". "Millenium o Moro?" tirò ad indovinare il titolare del bar. "Più tardi lo scoprirai, intanto versami dello scotch."
Il locale non era molto spazioso, giusto lo spazio necessario ad ospitare il bancone, una decina di tavoli con quattro sedie ognuno ed un tavolo da biliardo; ma questo bastava a Gianni: un angolo tranquillo, lontano dalla metropoli, dai problemi e dai pensieri. Lì, in quel piccolo spazio, c'erano soltanto lui, il suo sigaro, qualche altro fumatore ed i racconti al limite del surreale dei vari personaggi presenti.

"... Sì, ti dico che l'ha fumato tutto d'un tiro!". "Bello spreco!".
Incuriosito dai brusii di un tavolo, Gianni si avvicinò.
"Posso sedermi?" chiese. "Toscano o pipa?" rispose uno dei tre che stavano confabulando. "Toscano" rispose Gianni. "Prego allora!".
Al tavolo erano seduti Marco, Roberto e Paolo.
Il primo era un architetto non praticante, che tirava avanti saltando da uno studio di commercialisti all'altro. Indossava una polo scura che nascondeva la pancetta da trentenne amante della birra.
Roberto, il più anziano dei tre, portava una camicia rosa chiaro, sbottonata al punto giusto da far intravedere il petto villoso. Nella vita era un avvocato e riusciva a concedere solo una sera alla settimana alla degustazione di un buon sigaro.
Infine Paolo, 25 anni appena compiuti ed aria da latin lover: capigliatura sbarazzina, barba curata, camicia in seta, jeans con risvoltino e mocassini scamosciati beige. Imprenditore nel settore IT, tendeva spesso a vantarsi dei suoi successi e delle sue conqu...

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Autore: Masho93,
Letteratura,
Racconti,
Sigaro Toscano
Comments: 16 | Views: 443Last Post by: 1/2sigaro (30/7/2015, 11:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 28/10/2011, 14:45 by: fantesaverio     +1   -1Reply
Sfogliando un vecchio libro di testo, mi sono imbattuto in questo racconto di fantascienza (del 1954), uno dei pochi di questo genere che la prof. di Italiano propose alla classe; rimasi così sorpreso da questa lettura che non l’ho mai dimenticata. Quindi mi permetto di condividere queste poche righe con Voi, Ill.mi Accademici, sperando che vi piacciano come sono piaciute a me.

LA SENTINELLA
di Fredrick Brown


Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...

tratto da “Tutti i racconti” (1950-1972), Fredrick Brown, 1992, A. Mondadori Editore



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Autore: fantesaverio,
Fantascienza,
Letteratura
Comments: 17 | Views: 417Last Post by: maroo (23/12/2011, 14:24)
 

B_LOCKED    
view post Posted on 22/3/2010, 10:31 by: Lazzaro Santandrea     +1   -1Reply
Incontro Fumoso con il grande Andrea G. Pinketts
Amante della cultura, dell'arte e dei sigari non solo toscani...

Dopo un rapporto epistolare durato due e-mail, tre o quattro telefonate, sabato nel primo pomeriggio ho la conferma. "Stasera verso le sette sono al Trottoir, mi faccia sapere".
Ovviamente non aspettavo altro. Mi armo di Tom Tom, sigari, libro da far autografare e macchina fotografica. Grazie al navigatore arrivo facilmente nella piazza XXIV Maggio che ospita il Locale oramai diventato Ufficio e Quartier generale di Pinketts.
Sono abbastanza emozionato, vista la passione che ho per i sui libri e per lui come personaggio dalle mille esperienze. Fortunatamente becco un parcheggio brucia stipendio ad un centinaio di metri dal Trottoir. Giunto all'incrocio che forma la piazza noto ad una ventina di metri da me un uomo robusto appena sceso dal Tram impegnato ad accendersi un mezzo toscano. E' lui, è Pinketts. Lo raggiungo e mi presento. Piacere. Piacere. Mi dice di seguirlo ed entriamo nel locale
Saluta i baristi, il titolare, la cassiera ed una bambina che corre e salta su e giù da un palchetto per artisti.
Mi chiede se non mi fa niente sedermi fuori per potersi fumare il sigaro ed io, ovviamente, gli rispondo che gli farò compagnia.
Gli porto in "dono" uno dei miei migliori Antico che apprezza stupito. Gli chiedo se ha voglia di farmi compagnia fumandoci un Havana e cosi mentre ci accendiamo i nostri puros, mi racconta di quando scrisse un libro mai pubblicato in italia, proprio sui sigari cubani. Mi racconta che è stato a cuba con un suo amico francese con il quale si è divertito a scrivere e fumare, fumare e scrivere.
Poi il discorso scivola sul senso della frase, su come ci sono arrivato e dove mi ha portato, parliamo del cinema di azione con e senza bravi attori, del cinema noir e del film che ho realizzato con alcuni amici un pò di anni fa. Tutto ciò che è arte, accende in lui una curiosità ed un entusiasmo incredibile mentre i nostri sigari proseguono placidi.
Si torna a parlare di sigari e mi confessa che lui fuma sigari da quando aveva dodici anni e che tra i toscani predilige gli Antico, gli Extra Vecchio e gli Originale mentre tra i caraibici qualunque, "basta che sia buono". Gli parlo del nostro forum e si stupisce ed entusiasma nel saperne l'esistenza. Apprezza e ride del mio Nick, commentando con un "non ci posso credere, grandissimo!".
Rimaniamo a parlare per quasi due ore, di famiglia, di religione, di amicizia, di televisione e di noi, delle nostre vite private. Praticamente siamo già in amicizia. Quando entra qualcuno che conosce, si ...

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Autore: LazzaroS.Andrea,
Esperienze,
Letteratura
Comments: 63 | Views: 1,680Last Post by: Metalinox (9/4/2010, 11:33)
 

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