Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.





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view post Posted on 28/7/2015, 13:38 by: Masho93     +1   -1Reply
La settimana seguente, come da accordi, i quattro si trovarono nel parcheggio del locale.
"Tutto bene?" chiese Roberto.
"Solita vita!" risposero in coro Gianni e Paolo.
Marco, dopo un attimo di riflessione, rispose: "Possiamo parlarne dentro?"

I quattro varcarono la soglia del bar, si avvicinarono al bancone ed ordinarono 4 whisky, poi si diressero al primo tavolo libero. Marco li fermò. "Il tavolo in fondo… È meglio!"
I tre, ancora sbigottiti dall'atteggiamento dell'amico, si sedettero. Solo allora capirono.
Il giovane architetto, tremando e sudando freddo, confidò loro cosa aveva portato con sé quella sera: il prezioso manoscritto.
Roberto e Paolo scoppiarono a ridere. "Tu stai veramente fondendo a furia di stare a contatto con i commercialisti!" lo derise il più giovane.
"Dovresti fargli conoscere qualcuna delle tue amiche!" aggiunse Roberto guardando con complicità Paolo.
Gianni, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, notando l'imbarazzo di Marco, cercò di cambiare discorso: "Fumiamo?"
Quella sera i sigari erano gentilmente offerti da Carmelo, il quale aveva indetto la serata "Italoamericana", perciò presero i loro fiammiferi e diedero fuoco ai 1492 riposti in un humidor a centro tavola.

La fumata, lenta e piacevole, consentì al gruppo di chiacchierare del più e del meno: la monotonia del matrimonio di Gianni, la causa vinta da Roberto, le difficoltà lavorative di Marco e la conquista settimanale di Paolo.
Mentre ascoltava i pettegolezzi del giovane latin lover, Gianni notò il nervosismo di Marco, il quale stava picchiettando nervosamente le dita sul bordo del tavolo.

Non appena Paolo ebbe finito di parlare, Gianni si rivolse all'amico: "Ti va di farmi vedere il manoscritto?".
Marco interruppe il ticchettio e guardò Gianni. "Davvero?".
Mise una mano nella borsa ed estrasse una cartelletta in plastica trasparente, la quale custodiva un singolo foglio di carta.
Anche Paolo e Roberto, a quel punto, si sporsero in avanti per vedere meglio.
Era una lettera. Non era facile decifrare cosa vi fosse scritto a causa della pessima calligrafia, ma sicuramente stavano leggendo una lettera che parlava di sigari, del 1815, del Granduca di Toscana e di un furto.
Decifrandola meglio riuscirono a capire che stavano leggendo la corrispondenza di due amici, i quali parlavano dell'acquazzone noto per aver fatto nascere i tanto amati stortignaccoli e della volontà del Granduca di conservarne una decina come scorta personale.

"Dopo la sua morte, quattro di quei sigari vennero inseriti nella sua tomba, come da sua richiesta".
I quattro si guardarono sbigottiti. Quella storia era talmente assurda da sembrar vera.
Proseguendo la lettura, capirono il senso di quella lettera.
"Quando la bara del Granduca fu aperta per esporre le sue...

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Autore: Masho93,
Letteratura,
Racconti,
Sigaro Toscano
Comments: 15 | Views: 326Last Post by: Aretim (20/10/2015, 18:38)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/7/2015, 10:55 by: Masho93     +1   -1Reply
Ore 20:30, appena finito di cenare con la famiglia Gianni corse in bagno. Barba, doccia, phon e profumo. Poi dritto in camera da letto a scegliere la camicia ed un paio di jeans comodi.
Sistemò il colletto e si avvicinò alla credenza, aprì l'humidor in mogano ed estrasse il suo pregiato Millenium 2012. Lo assaporò a crudo. "Sarà una gran bella serata" pensò.
Corse in cucina, emozionato come un bambino il giorno di Natale, salutò la moglie ed i due nipoti, poi imboccò le scale e scese in box.
Accese la macchina e si immise in tangenziale. Destinazione: il bar "Da Carmelo".

Giunto al parcheggio spense la macchina, tirò il freno a mano e scese radioso dalla macchina. Osservò l'insegna fatiscente del locale: se non lo avesse conosciuto, non ci sarebbe mai entrato.
Varcò la soglia dell'ingresso e si avvicinò al bancone.
"Gianni! Era da un po’ che non ti facevi vivo!". Il saluto di Carmelo, entusiasta ed affettuoso come un padre, lo accolse nel piccolo paradiso metropolitano. L'odore di tabacco Kentucky nell'aria e la nube bianca e densa avrebbero messo il voltastomaco ai più, ma per Gianni era puro ossigeno.
"Ciao Carmelo! Sì, lo so è da un po’ che non mi faccio vedere, ma per stasera ho grandi progetti!". "Millenium o Moro?" tirò ad indovinare il titolare del bar. "Più tardi lo scoprirai, intanto versami dello scotch."
Il locale non era molto spazioso, giusto lo spazio necessario ad ospitare il bancone, una decina di tavoli con quattro sedie ognuno ed un tavolo da biliardo; ma questo bastava a Gianni: un angolo tranquillo, lontano dalla metropoli, dai problemi e dai pensieri. Lì, in quel piccolo spazio, c'erano soltanto lui, il suo sigaro, qualche altro fumatore ed i racconti al limite del surreale dei vari personaggi presenti.

"... Sì, ti dico che l'ha fumato tutto d'un tiro!". "Bello spreco!".
Incuriosito dai brusii di un tavolo, Gianni si avvicinò.
"Posso sedermi?" chiese. "Toscano o pipa?" rispose uno dei tre che stavano confabulando. "Toscano" rispose Gianni. "Prego allora!".
Al tavolo erano seduti Marco, Roberto e Paolo.
Il primo era un architetto non praticante, che tirava avanti saltando da uno studio di commercialisti all'altro. Indossava una polo scura che nascondeva la pancetta da trentenne amante della birra.
Roberto, il più anziano dei tre, portava una camicia rosa chiaro, sbottonata al punto giusto da far intravedere il petto villoso. Nella vita era un avvocato e riusciva a concedere solo una sera alla settimana alla degustazione di un buon sigaro.
Infine Paolo, 25 anni appena compiuti ed aria da latin lover: capigliatura sbarazzina, barba curata, camicia in seta, jeans con risvoltino e mocassini scamosciati beige. Imprenditore nel settore IT, tendeva spesso a vantarsi dei suoi successi e delle sue conqu...

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Autore: Masho93,
Letteratura,
Racconti,
Sigaro Toscano
Comments: 16 | Views: 443Last Post by: 1/2sigaro (30/7/2015, 11:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 13/9/2014, 23:28 by: l4z4rus     +1   -1Reply


Sono stato a Berlino altre volte, ma per qualche motivo non avevo mai pensato di approfittare del mio soggiorno nella capitale tedesca per prendere contatti con la Planta Tabak: questa volta, invece, complice il mio recente soggiorno a Kendal - durante il quale, peraltro, non sono riuscito ad accedere alle factory di Samuel Gawith e Gawith Hoggarth -, ho pensato bene di contattare l'azienda tramite il loro indirizzo mail istituzionale. La risposta é stata pressoché immediata: il gentilissimo Gerd Wiesenhütter (Export Director dell'azienda) si é subito detto felice di accogliere me e l'amico Brujo e mi ha fornito tutte le indicazioni necessarie per raggiungere la fabbrica. Nel giro di due o tre mail l'appuntamento é stato fissato: mi hanno anche inviato per posta il catalogo dei loro prodotti, nonché un cd contenente molte foto della loro fabbrica di pipe in Turingia (fasi di lavorazione, foto di gruppo e persino immagini della sala mensa!). Per quanto concerne il tabacco, come forse alcuni di voi sapranno, il portfolio della Planta Tabak é molto ampio: anche se gran parte dei loro prodotti sono aromatizzati, indigeribili per il sottoscritto (i vari Rum and Marple, Cellini, Holger Danske, Black Vanilla, ecc. sono prodotti da loro, ma anche i trinciati da sigaretta Natural American Spirit, e altri), non mancano tra le loro referenze tabacchi interessanti, come il Voorgost e altre English Mixture - si pensi che i Brebbia, tra gli altri, sono notoriamente prodotti da loro, cosí come molte private label (diversi Heinrichs, Hüber, ecc.). Inoltre, la Planta produce - e ha sempre prodotto - tutti i tabacchi Wellauer's. Conosco i tedeschi, ma devo dire di essere rimasto sorpreso, nonché entusiasta e soddisfatto, della cortesia e dalla disponibilitá mostrata dall'azienda che ha permesso a me e Brujo di visitare tutti, ma proprio tutti, i settori della fabbrica: per di piú, il nostro cicerone é stato, assieme al cortesissimo Gerd, Mike Klein in persona, il direttore della fabbrica, nonché master blender e responsabile dell'acquisto dei tabacchi per le miscele. Mike ha risposto a ogni domanda, mantenendo solo (a mio avviso, giustamente) il riserbo sui tabacchi prodotti per conto terzi, tra cui, purtroppo, i Wellauer's, i Brebbia e altri.
É per me impossibile riassumere piú di due ore di spiegazioni, chiacchiere e visita: vi lascio alle (brutte) foto che ho fatto. Mi é stato consentito di fotografare ogni anfratto della grande fabbrica, con un'unica eccezione. La Planta Tabak possiede alcuni macchinari d'epoca, tuttora in uso: si tratta di presse per la produzione dei flakes e altri pressati costruite in Inghilterra alla fine del 1800. Ignoro il motivo del divieto di fotografarle (non ho pensato di chiederlo), ma vi garantisco che é suggestivo vedere in fun...

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Autore: l4z4rus,
Acquisti,
Racconti,
Tabacchi da pipa
Comments: 20 | Views: 573Last Post by: l4z4rus (24/9/2014, 15:48)
 

B_NORM    
view post Posted on 18/1/2014, 19:21 by: Hologon     +1   -1Reply
Un raccontino senza alcuna pretesa in memoria del Dunhill Standard Mixture di qualche anno fa.



Xavier si era svegliato prima dell’alba e dalle nebbie della pianura padana era risalito al lago, alla città che qualche mese prima era stato costretto a lasciare. Era la Festa padronale, nella sua nuova città, e ne aveva approfittato per raggiungere la vecchia e incontrare gli amici.
Poco dopo esser sceso dal treno si accorse tuttavia che la sua città non gli sembrava più tale: un ostacolo pareva porsi tra lui e le cose che osservava, che tante volte gli erano scivolate sotto agli occhi ed ora, invece, gli apparivano quasi estranee.
Si era posto in un angolo nascosto che permetteva di vedere l’ingresso del suo vecchio liceo e i compagni che uno ad uno arrivavano. Gli parve di incontrare uno sguardo e si allontanò, furtivo, da quella che non era più la sua scuola. Sapeva dove andare: c’era un posto dove si recava sempre quando i conti non tornavano, quando sentiva la necessità di starsene solo, a leccarsi le ferite. Si diresse di buon passo in direzione del lago, scivolando fra le facciate dei palazzi e tra i tanti angoli pregni di ricordi e di sensazioni non ancora sopite. D’un tratto una vetrina attirò il suo sguardo e si ricordò di aver finito il tabacco per la sua pipa, della quale ben percepiva lo spessore, nella tasca interna della sua giacca. Diede un’occhiata distratta alle per lui inarrivabili pipe in vetrina, la stessa vetrina nella quale, nella primavera precedente, il suo desiderio gli aveva ineluttabilmente indicato quali erano le pipe dei suoi sogni e un nome da allora si era ben tatuato nella sua mente: Dunhill. Una volta all’interno della tabaccheria fu colpito da un odore che aveva dimenticato, ma che d’improvviso ricordava: l’umore virò d’improvviso verso lidi più assolati. Un insperato ottimismo lo colse e decise di usare le poche lire che aveva in tasca per comprarsi un tabacco in latta, sapendo già di dover ridurre le sue aspettative per il pranzo. Decise anche che, se pipa non poteva essere, almeno il tabacco sarebbe stato Dunhill. Scelse la latta più austera, priva di disegnini, di un bel rosso scuro. Se la infilò nella tasca del montgomery, soddisfatto, e si diresse verso la sua meta.
Attraversò di gran lena il giardino di una villa sul lago, in direzione di un tempietto ionico, nel quale si sedette appoggiando lo zaino verde militare a una colonna, a guisa di cuscino. Si accomodò alla bell’e meglio e decise che non c’era luogo e occasione migliore per provare il nuovo tabacco. Aprì la latta con una monetina e si stupì per l’aspetto del tabacco, a tratti così scuro, e per l’odore che emanava, ben diverso da quello dolciastro dei tabacchi in busta che fino ad allora aveva utilizzato. Caricò la sua piccola billiard rusticata, priva di nome, e l’accese. La prima boccata lo disgustò e stava per imprecare per aver buttato via quei soldi, quando la seconda boccata gli bastò a capire che la sorpresa era positiva,...

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Autore: Hologon,
Atmosfere,
Racconti,
Tabacchi da pipa
Comments: 8 | Views: 249Last Post by: pograri (19/2/2014, 16:33)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/6/2012, 01:30 by: eldynet     +1   +1   -1Reply
Io non ho mai avuto un nonno. Vedevo films, leggevo molti libri e sempre la figura del nonno era quella di un vecchio, stanco dalla vita, con capelli bianchi e una lunga barba anch'essa bianca. Ora mi torna in mente quando molto giovane lessi Anni Verdi di Cronin. Un libro tanto triste quanto bello, dove si narra di un bambino e di suo nonno. Su quel, oramai, vecchio libro in copertina c'è un vecchio proprio così, seduto su una vecchia sedia a dondolo. Ho sempre avuto questa immagine impressa nella mia mente. Così un bel giorno entrai in un negozio e comprai pipa e tabacco. Nessuno mi disse niente, nessun consiglio, la riempii e l'accesi. Immaginatevi che fumata! Se non ricordo male il tabacco era il Clan. Così da quel giorno entrai in questo fantastico mondo, felice ed orgoglioso. Pian piano le mie pipe diventarono 5/6 e le fumate anche se rade sempre piene di soddisfazioni. Fumavo sopratutto d'inverno alla sera e con la mente vagavo immedesimandomi sempre in quel nonno che non ho mai avuto. Ora mi vengono in mente i celebri versi che tutti noi conosciamo: "la nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar...", ma come? In immagini così poetiche, incantate non c'è il mio nonno? E gli anni passavano. Ancori piccolissimi consigli, veramente sporadici, custodivo tutto nella mia immaginazione, geloso. Un giorno la vidi, risparmia e la presi, la mia prima churchwarden, una Savinelli! Ma io che ne sapevo? Per me era solo una pipa lunga come quella che vedevo in mano ad un mio lontano parente nelle foto antiche di famiglia. E con il passare degli anni l'età avanzò. Non ho mai potuto farmi crescere la barba per motivi di lavoro (a parte il fatto che la mia è brutta) e così mi sono fatto crescere almeno il pizzetto. Poi all'improvviso la mia raccolta (non ancora collezione) di pipe ha iniziato a crescere, sempre con un occhio d'attenzione per le churchwarden e cominciai ad informarmi. Così ho scoperto che fumavo il tabacco troppo umido, ecco il perchè facevo fatica a tirare! Ho scoperto la sua diffuzione, i tabacchi e i vari tipi. Sono prima diventato zio e poi papà ma quell'immagine è ancora impressa a fuoco nella mia mente. Colleziono pipe e le fumo sempre, sperimento tabacchi che non conosco aspettando quel giorno quando quell'immagine uscirà dalla mia mente per rendersi reale in me, seduto su una vecchia sedia a dondolo, capelli bianchi e barba lunga mentre racconto ai miei nipotini la storia affascinante della pipa e del tabacco.
"C'era una volta..."

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Autore: eldynet,
Racconti
Comments: 9 | Views: 524Last Post by: eldynet (19/8/2012, 15:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/4/2012, 23:42 by: urlo33     +1   +1   -1Reply
Il 25 Aprile di solito, negli ultimi anni, ho sempre lavorato.... bhé mica poi una gran cosa, faccio uno di quei lavori di cui si dice "meglio che lavorare". Ma questo 25 Aprile sapevo di essere libero (purtroppo aggiungerei, ma questa è una altra storia) e lo sapeva anche mia moglie. "Dobbiamo andare al mare" mi dice; è da settembre che non ci andiamo, da quando abbiamo chiuso casa per tornare in città.
Il posto non è che sia lontano, una quarantina di kilometri, ma una serie di casualità ci hanno tenuto lontani.... "dobbiamo potare le piante, fare la manutenzione alle persiane
persiane
, pagare il condominio
". Va bhé... capisco che il mare lo vedro' solo da lontano....
jpg
. Ok, perlomeno sarà una giornata all'area aperta, niente di meglio che organizzare la mia prima full-immersion fumoso. Ho iniziato a fumare sigarette 35 anni fa, ellelunghe comprate sfuse, avevo poco meno di 14anni; nel pomeriggio andai dal tabaccaio della piazzetta e ne comperai 2. L'iniziazione si sarebbe consumata nel bagno dell'arena del cinema di quartiere, tra la fine del primo tempo e il secondo.... con me veniva al cinema mio fratello piccolino, non potevo certo farmi vedere fumare. Va bhé .... la mia carriera di fumatore di bionde proseguì senza soste sino allo scorso 20 dicembre. In passato avevo provato, a fasi alterne, a passare alla pipa, ai sigari, ai sigaretti sempre senza successo.... o meglio, mi piacevano anche, ma continuavo a fumare le mie 15/20 diana rosse quotidiane, affincandoci la nuova dose di tabacco. Tutto nasceva da una profonda insoddisfazione verso le bionde, ma il rito del fumo mi è sempre piaciuto, mai pensando di smettere. Tutto questo fino allo scorso 20 dicembre, quando complice la lettura di una articolo sul Corriere online vengo a conoscenza della "norma EN 16156"... (“Cigarettes – Assessment of the ignition propensity” recepita in Italia dall’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione – come UNI EN 16156 “Sigarette - Valutazione della propensione all’innesco - Requisiti di sicurezza”). "Nel cilindro della sigarette sono state posizionate tre bande di carta leggermente più spessa che rallentano la combustione (in pratica lasciano passare meno aria) inducendo una sorta di autospegnimento se non vengono aspirate. Le tre bande si trovano quasi all’inizio della sigaretta, a metà e poco prima del filtro... ". MA BASTA! Mi dico. Ed inizia così la mia iniziazione ai Toscani primi e alla pipa più recentemente. Una passione che motiva sempre più, giorno dopo giorno, la scelta di abbandonare le sigarette; avere la consapevolezza (più o meno sempre) di quello che fumo.... e tutto questo lo devo a voi e...

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Autore: Urlo33,
Racconti,
Sigaro Toscano,
Tabacchi da pipa
Comments: 18 | Views: 522Last Post by: urlo33 (11/5/2012, 11:15)
 

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view post Posted on 3/10/2011, 22:21 by: nolby     +1   +1   -1Reply


Vi racconto di una pipa.

Non credo sia una pipa pregiata. Come tutte le radiche che ho ereditato probabilmente si tratta di un oggetto dal valore contenuto, forse proveniente "dal cesto" o forse ripescata tra gli scarti di qualche ditta famosa.
Neanche la punzonatura mi aiuta a darle un'identità; il nome è leggibile solo a metà e ciò che si intravede è <.....ter pipe made in italy>.
La forma è anonima. Una classica biliard sabbiata nera come di simili se ne vedon tante.

Non mi ha mai regalato una fumata decente:

Fa acqua a catini, devo intervenire più spesso con lo scovolino che col pigino ed in più scalda peggio di un altoforno.
Ma ciò che è perggio è che annulla tutti i sapori.
Il latakia non si sente, con queste miscele sembra di aver in bocca aria calda.
Il virginia pressato lo si sente per la botta di nicotina (accentuata forse dall'alta temperatura) ma le papille gustative non percepiscono nulla.
Perfino il kentucky puro è piatto; gratta in gola ma dei sapori neanche l'ombra.

Una pipa che fuma così male non la consiglierei neanche al mio peggior nemico.

E allora perchè mi ostino, periodicamente, a caricarla ed accenderla sperando in un miracolo?

Perchè questa pipa mi piace in maniera mostrusa.

Il bocchino ha delle dimensioni che sembran fatte su misura sui miei denti ed è leggerissima. Per cui, alla bocca, è quella che mi da il feeling migliore.

Anche da tenere in mano la trovo comoda. Spesso ci giochello e me la faccio rigirare nel palmo.

Ma fin qui, di pipe come questa, sono piene le tabaccherie. Ma questa ha una caratteristica unica e personale:
Proprio questa è la pipa che vedevo da piccolo in sala tra le cose di mio padre, quella che dalla rastrelliera attirava più di tutte la mia attenzione, che più mi incuriosiva.

Non sarebbe difficile trovare un'altra pipa con forma, dimensioni e finitura molto simile...ma non sarebbe vera come lo è questa.

Potrei farlo e relegare questa pipa maledetta all'agolo dei ricordi ed averne una simile come strumento da fumo...ma so che ogni tanto la caricherei pur sapendo di non poterne gustare il tabacco.

Non potrà mai essere la regina del mio piccolo parco pipe, non ne ha le caratteristiche, ma avrà sempre il suo ruolo e il suo posto privilegiato perchè forse il fumo lento non è solo sapore e odore, non è solo gustare un pregiato tabacco; è anche mettere daparte tutto questo per gustare il momento. Il momento di un ricordo che solo questo pezzo di legno che fuma in maniera orribile mi sa dare.





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Autore: Nolby,
Pipa,
Racconti,
Ricordi
Comments: 11 | Views: 703Last Post by: maroo (26/1/2012, 18:02)
 

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view post Posted on 29/6/2011, 22:12 by: nolby     +1   -1Reply
In auto. Cielo grigio che non promette nulla di buono; caldo, molto caldo.
Ad un certo punto, sulla statale il traffico si ferma; si arriva ad un cantiere e le 3 corsie diventano 2, strette, i camion litigano per ottenere strada. Si procede sull'asfalto a passo d'uomo in un tratto dove poche ore prima si filava lisci poco sopra i cento all'ora. Costantemente in prima e con il piede della frizione che si muove in continuazione.
Queste situazioni mi innervosiscono parecchio. Sono ancor più nervoso perchè, purtroppo, sono uscito senza portami nulla da fumare. Metro dopo metro, lentamente, arrivo all'imboccatura di una stazione di servizio.
Decido di fermarmi a comprare un pacchetto di Garibaldi anche se so già che i benzinai dell'alta brianza non son soliti vender toscani per cui mi dovrò accontentare di toscani rinsecchiti e screpolati che da anni giaciono tra lo scaffale delle sigarette e le strisce di gratta e vinci. Mi dovrò acontentare di quel che trovo, ma un toscano in bocca a tener compagnia in queste situazioni ci vuole proprio.

Entro, mi avvicino al bancone e faccio il mio acquisto. Garibaldi.
Con grande sorpresa portano il logo del 150° dell'unita d'Italia. Meglio, vuol dire che avranno qualche mese e non qualche anno come pensavo. Salgo in macchina e li apro. Sorpresa! Sono tutti belli. Ben costruiti, morbidi, umidi e vellutati. Si fatica a trovarne in queste condizioni in tabaccherie che pretendono di definirsi "specializzate" nonostante li trattino al pari delle sigarette. Sono solo un pò più chiari della media... ma per i Garibaldi questo non è un difetto, anzi.
Ne ammmezzo uno spezzandolo a mano come si conviene ad una fumata non programmata, cerco sotto al sedile e trovo dei fiammiferi che avevo dimenticato qualche tempo fa. Accendo con due svedesi e riparto, mi incolonno di nuovo a passo d'uomo; comincia a piovere, poi a grandinare, si procede ancor più a rilento.
La coda però, improvvisamente, da inutile e stressante perdita di tempo diventa un momento per godersi una piacevole sorpresa.

La fumata è all'altezza delle aspettative, un sigaro morbido con sapori erbacei che sembrano sempre sul punto di sbocciare. Era da tempo che non mi godevo così un garibaldi, forse perchè io, erroneamente, lo destinavo solo alle fumate spensierate di quando facevo altro o di quando già sapevo che avrei dovuto spegnere e riaccendere sotterrandone così parte del potenziale di questo sigaro modesto ma dignitoso.

Arrivato a destinazione ho lasciato spegnere questo compagno di viaggio che era lungo ancora qualche centimetro e che forse, avrebbe avuto ancora qualcosina da dare. Scendendo dall'auto mi è venuto spontaneo un pensiero che vorrei condividere con voi:

Spesso spendiamo molti soldi per i toscani di un certo livello, ne spendiamo ancor di più per i caraibibici e se ci orientiamo sui cubani li paghiamo a peso d'oro. Non raramente questi nostri a...

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Autore: Nolby,
Esperienze,
Racconti,
Sigaro Toscano
Comments: 6 | Views: 572Last Post by: juttere (10/7/2011, 19:14)
 

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view post Posted on 5/2/2011, 19:19 by: peppedas     +1   -1Reply
Propongo ai gentili accademici un breve racconto che ho letto su un periodico dell'azione cattolica.


DATEGLI UN SIGARO AL GIORNO



Un giorno, mentre Fratello Carmelo e Padre Annibale andavano all'istituto San Benedetto dalle suore Figlie del Divino Zelo, in una piazza di Oria, incontrarono un signorotto caduto in bassa fortuna e già ben noto al Padre che spesso lo aiutava.
Fumava tranquillo. Appena però vide il Padre, ebbe vergogna, e non trovò di meglio che infilare il sigaro in tasca ancora acceso.
Frate Carmelo ridendo lo riferì al Padre, il quale appena gli fu vicino, con bel garbo osservò: "Forse ha messo in tasca il sigaro senza spegnerlo. Si accerti, perchè non gli faccia male".
Il signorotto, tutto mortificato, rispose: "Padre, erano più giorni che non fumavo perchè non avevo denaro per potermi comprare un sigaro. Ora un amico me ne ha offerto uno e, devo dire la verità, me lo stavo godendo con vero piacere. Senza fumare soffro molto. Maledetto vizio! Ho cercato di togliermelo, ma non ci sono riuscito".
E il Padre: "Quanti sigari al giorno ordinariamente fumate?"
"Tanti ai bei tempi, ma ora, che non posso, me ne bastano due al giorno!".
"Due sono troppi alla sua età - riprese il Padre - le fanno male alla salute". E rivolto a Frate Carmelo gli disse: "Provvedetelo di un sigaro al giorno".
Quando si allontanarono, Frate Carmele obiettò: "In quanto ad aiutarlo per mangiare e vestire, va bene; ma ora dobbiamo aiutarlo anche... a mantenere il vizio?".
E il Padre: "Ma alla sua età che gli vuoi fare? Soffre già tanto per altre privazioni. Diminuirgli questa sua sofferenza, non ti sembra sia anche carità? O lo vorresti educare nella vecchiaia?".

Edited by peppedas - 6/2/2011, 11:51

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Comments: 5 | Views: 399Last Post by: peppedas (6/2/2011, 16:58)
 

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view post Posted on 20/11/2010, 23:28 by: Garcia76     +1   -1Reply
Non ho mai conosciuto mio nonno paterno. Era un macchinista. Per tutta la vita ha guidato treni sulla linea Peschiera-Mantova. Una mano sulla manetta della littorina e una che reggeva una sigaretta. Un uomo all'antica, di poche parole.
Viveva in una delle tante case-stazione che punteggiano la pianura Padana. Casette bianco-azzurre, squadrate, semplici. Lì viveva anche suo padre, il mio bisnonno. E questi era un gran fumatore di pipa. L'unico ricordo da sempre tramandatomi da mio padre è proprio questo. Il mio bisnonno era l'uomo dei biglietti, seduto dietro la finestrina quadrata a vendere biglietti del treno ai pochi viaggiatori che partivano da questa piccola stazione secondaria. Appena possibile si portava una sedia fuori, verso il lato che affacciava sulla ferrovia a pochi metri, la inclinava leggermente contro il muro, l'immancabile cappello e la giacca consunta, e si accendeva la pipa. Mi dicono fosse anche un bravo pipatore, capace di lunghe e solitarie imprese. Chiamava di tanto in tanto il nipote (mio padre, siamo negli anni '50) e con i modi schietti e le poche parole che contraddistinguevano anche lui, ordinava in dialetto "vammi a comprare un pugno di tabacco di seconda". Punto. Tabacco di seconda scelta, sfuso, impacchettato nella carta, immagino un trinciato nazionale, non so cos'altro ci fosse allora, soprattutto nelle campagne della Bassa. L'unico ulteriore ricordo è il rumore del raschietto che usava per scrostare le pipe, che poi immancabilmente picchiava sul tacco.

Sessant'anni dopo, il sottoscritto pronipote neopipatore, si mette alla ricerca delle pipe del bisnonno. Una curiosità atavica mi spinge a cercare anche in queste pipe un pezzo immenso del mio passato, personale e famigliare, che per varie ragioni non conosco e mi manca. Forse anche a giustificare e spiegare la mia passione. Ho ricordi della casetta bianco-azzurra, delle mie poche visite là fino alla prima metà degli anni '80. Ricordo che mentre mio padre raccontava mi sono immaginato nitidamente il bisnonno appoggiato con la sedia al muro e la pipa in bocca, lì di fronte a me...
Parte la ricerca, chiedo ai parenti vicini, mi informo. Arrivo immediatamente a una preziosissima informazione che fa sperare: le pipe erano nel cassetto della scrivania dei biglietti. Bellissimo, me le immagino, le sento quasi mie.
Dopo lunghe ricerche non si trova nulla, sono andate perse. Sono state tenute molte cose, che ho recentemente visto, ma le pipe sono andate. Mi trovo un po' spiazzato, ho un po' di malinconia. Avrei solo voluto vederle, così com'erano. Non so perchè ma non le avrei mai fumate, le avrei custodite con orgoglio e gelosia. Di questo passato così lontano a mio padre è rimasta la passione per i treni e la fissazione di trovare una foto che ritraesse la stessa littorina guidata da suo padre. E, dopo anni, ci è riuscito. A me purtroppo non è andata bene.

Mi resta solo il fatto di sapere che...

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Comments: 32 | Views: 558Last Post by: ziofelice (26/11/2010, 23:52)
 

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