Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.





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view post Posted on 2/4/2015, 10:57 by: Balcanik     +1   +1   -1Reply
RICORDO DI “GIPO”


Gipo Farassino, cantautore piemontese, testimone di una Torino di altri tempi, in questo libro “Frammenti di barriera” ripercorre la sua giovinezza, con i miti di cose perdute e la nostalgia presente anche nelle sue canzoni. Incredibile showman, innamorato della sua chitarra e del suo toscano, a chi come me ha avuto la fortuna di assistere ad un suo spettacolo, ha lasciato un’eredità indimenticabile di grande valore umano per capire questa città che continua a correre verso il nostro futuro. Un uomo che manca a questa città ma che con le sue canzoni continuerà a vivere con lei. Leggere questo libro è stato per me, come aver fumato uno di quei suoi vecchi sigari toscani…


… ho postato qui questo pensiero e non nella sezione libri affinché rimanga tra i nostri “ricordi”

Edited by Balcanik - 2/4/2015, 21:46

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Autore: Balcanik,
Ricordi
Comments: 3 | Views: 131Last Post by: natisko (3/4/2015, 05:11)
 

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view post Posted on 26/11/2014, 18:00 by: reloba     +1   +1   -1Reply
Non so se sia le sezione appropriata, magari avrei dovuto aggiungere queste note alla mia presentazione al forum, ma più di me vorrei parlare di tabacchi e per questo scrivo qui anche se necessariamente non posso fare a meno di fare riferimenti personali.
Il tabacco è stato uno degli elementi che hanno caratterizzato la mia infanzia per il semplice fatto che il tabacco è stato fonte di reddito per molte famiglie del territorio dove ho trascorso i primi anni della mia vita prima di trasferirmi in città. Coi miei cugini, i miei zii, i miei nonni ho vissuto in campagna, bassa vicentina. Ho staccato foglia a foglia il tabacco che la sera, seduti sull'aia, si infilavano una dietro l'altra in un filo di ferro. 50 foglie non una di più, nè una di meno. (Filare el tabaco). Il filo di ferro veniva appeso ad un bastone di legno in maniera che fosse disteso e che le foglie pendessero senza quasi toccarsi. Quasi ogni casa di campagna aveva un "secatoio" che non era altro che un capannone fatto in maniera che l'aria potesse entrare da ogni parete per arieggiare le foglie appese ad essiccarre. Quando erano pronte, le foglie venivano sfilate e stirate a mano. Una sopra l'altra sempre cinquanta. Poi veniva il monopolio a ritirarle, lo stesso che in numero controllato dava le piantine da coltivare al tempo della semina. Sarebbero venute dopo le macchine che infilavano le foglie nel filo di ferro, però intanto io ho fatto ora a vivere i racconti sull'aia mentre si infilava a mano il tabacco, sono andato a raccoglierlo in compagnia seduto sul carro trainato dai buoi, era l'alba e ancora non esisteva l'ora legale...
Bei tempi!
Per questo è la pipa che mi ha cercato e non io ho cercato lei.

Le coltivazioni di tabacco sono sparite nel frattempo, nessuno nei campi a staccare foglia a foglia (VERDI!!!) e in quei campi che sono rimasti, passano mostri meccanici a falciare foglie gialle che non riconosco.

Ci vorrebbe un pacchetto di trinciato forte per capire, quello confezionato con la carta verde a forma di saponetta.

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Autore: reloba,
Esperienze,
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Ricordi
Comments: 15 | Views: 264Last Post by: Albert III (30/11/2014, 16:06)
 

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view post Posted on 27/10/2014, 22:38 by: l4z4rus     +1   -1Reply
Il legame con gli oggetti - che siano oggetti di consumo, artistici o, ancora, mere vettovaglie - é spesso, se non il piú delle volte, legato a motivazioni affettive: si conserva, magari per anni o per sempre, un giocattolo dell'infanzia; si tiene come una reliquia il dono della prima fidanzata; restano appese al muro cartoline spedite anni prima da persone ormai lontane; resta, magari relegato in un cantuccio della memoria, un ricordo. Si dice che il ricordo dei gusti sia sempre fallace, o quanto meno alterato: probabilmente é vero, ma chi non ricerca il sapore dei dolci della propria infanzia? Quanti di noi non hanno mai acquistato un pacchetto di caramelle per rievocare anni ormai irrimediabilmente lontani? Beh, sono considerazioni di tal fatta a spingermi in questo territorio per me inesplorato, a tentare di esprimere la mia opinione - se cosí si puó chiamare - su un prodotto del tabacco, anzi su due. In effetti, non mi sono mai avventurato nella terra delle degustazioni, né ho mai visto di buon occhio le cosiddette analisi del testo in ambito letterario: cosí come i Romantici tedeschi teorizzavano l'ascolto musicale inconsapevole, in modo assai meno pretenzioso io mi sono sempre riconosciuto, in quanto al fumo, nel motto "il tabacco sa di tabacco". Nondimeno, é evidente a chiunque che il tabacco non ha un solo gusto, bensí molti: in effetti sarebbe meglio correggere il motto di cui sopra in "i tabacchi sanno di tabacchi". Lungi dall'essere un mero sollazzo linguistico, questa riflessione é foriera di conseguenze: da espressione spesso additata come frutto di faciloneria o insensibilitá gustativa, di colpo la vediamo abbracciare molte piú variabili. Ecco che, potenza della semantica, i tabacchi (indipendentemente dai blend) possono avere infiniti, o perlomeno innumerevoli aromi, senza doversi perdere nei meandri di definizioni talvolta ostiche per i non addetti ai lavori, poco avvezzi al linguaggio dei sommeiller.
Orbene, che gusto avevano i tabacchi della mia infanzia? I miei ricordi spaziano, a titolo esemplificativo, senza pretese di esaustivitá, dall'acre delle Esportazione senza filtro, all'inaccettabile dolciastro dei tabacchi di ricetta olandese (in primis l'Amsterdamer, prediletto da mio nonno, ormai passato a miglior vita), al virile, legnoso sapore dei sigari toscani... Ed é proprio di questi ultimi che vorrei parlare, una volta tanto. Ricordo che fui colpito dal fascino del sigaro toscano sin da ragazzino: complici i film di Sergio Leone, iniziai ad acquistarne nello stesso periodo in cui mi avvicinai alle sigarette. In quel periodo, alla fine degli anni Novanta, non esistevano forum di appassionati, nessuno che conoscessi conservava i toscani in humidor e ben pochi adoperavano il tagliasigari, eppur nessuno fumava toscani interi: ricordo come se fosse ieri le istruzioni del tabaccaio di periferia che mi insegnó a spezzarli con le dita. Un'operazione tutto sommato difficoltosa, con...

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Autore: l4z4rus,
Atmosfere,
Esperienze,
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Ricordi
Comments: 27 | Views: 1,062Last Post by: Domenico Stigliani (6/12/2014, 13:32)
 

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view post Posted on 10/1/2013, 23:45 by: montecristonumerodue     +1   -1Reply

Festività fumose e non





Anche queste feste natalizie sono passate. Ieri sera stavo curiosando con piacere tra le pagine di Briarfiles, guardando delle vecchie cartoline di auguri e non ho potuto evitare di notare come fosse una vita che non vedevo un Babbo Natale con la pipa in bocca. Anche lui evidentemente ha dovuto cedere all'invincibile ed instancabile esercito del politically correct e probabilmente si limita oramai a godersi codardemente la sua pipa nella sua casa al Polo Nord. Sempre che sua moglie non sia in casa.
Da parte mia la scorsa settimana stavo viaggiando e fumando un sigaro sull'autostrada che solitamente mi porta dal confine austriaco nel cuore delle Alpi Julie alla Marca Trevigiana e man mano che mi avvicinavo alla pianura notai come le nuvole basse che riducevano la visibilità nel primo tratto della Val Canale avevano lasciato presto il posto al fumo che già da Pontebba aveva deciso di ricordarmi che era il 5.
I falò epifanici sono sempre esistiti. Quando ero alle superiori si era soliti passare da uno all'altro in sella ai motorini ed era una buona occasione per bersi un bicchiere di vino caldo in allegria e rivede ad un anno di distanza, qualcuna delle miss dei paesi vicini. Ma credo che sia solo negli ultimi 10-12 anni, vado a memoria, che questa usanza ha raggiunto livelli di scala industriale.
Per chi non frequenta la zona tra Tagliamento e Piave posso solo dire che il numero e le dimensioni dei falò è tale a far pensare ad una forte foschia se non fosse l'inconfondibile odore di legna che arde e il bruciore alla gola che il fumo riesce a provocare. Fortunatamente per i giovani di oggi il fumo non è generato dal malefico tabacco ma da altra fibra vegetale. Prova ne è che i falò sono tuttora esenti da possibili ritorsioni sirchiane. Se riescono ad abbandonare per un momento lo smart-phone e a procuransi una maschera antigas, me li immagino in occasione dei bei falò, a bordo dei loro motorini in dirittura del prossimo vin brûlé. In quell'occasione Natale è passato da ormai dieci giorni ma se anche dovessero incontrare un Babbo Natale ritardatario sicuramente non potrà appestarli con la sua pipa.



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Autore: Montecristonumerodue,
Atmosfere,
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Comments: 0 | Views: 237Last Post by: montecristonumerodue (10/1/2013, 23:45)
 

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view post Posted on 25/7/2012, 11:51 by: DonAntonio6     +1   +1   -1Reply

IL SIGARO DEI RICORDI

Avevo appena 11 anni quando per la prima volta (insieme a mio padre) entrai in un bar con una sala giocatori, si riunivano anziani pensionati a passare tempo, giocando a scopa, briscola 3 sette, mio padre ancora giovane si limitava a scambiare due chiacchiere con qualche amico e sorseggiare un amaro.
Io mi guardavo intorno, osservando tutte quelle persone li intendi a parlare, di chissà cosa, incuriosito, mi avvicinai a quella sala e li un forte odore di fumo, credevo fosse delle sigarette, ma notai che molti di loro avevano dei strani cilindri in bocca, emanavano un forte odore insopportabile, per me orribile e irrespirabile, uno di loro mi passò a fianco con quel strano cilindro, l’ odore ancora più forte mi lasciò quasi senza respiro.
Mentre mi riavviavo verso casa, chiesi a mio padre cosa fossero quelle strane sigarette così grosse, lui rispose “ non sono sigarette ma sigari, si chiama toscani, mi raccomando tu non fumare mai, non fa bene non prendere il mio esempio”, lui fumava 2 pacchetti di Nazionali senza filtro al giorno.
Il giorno dopo usci di casa per andare a comprare il pane, passai davanti a quel bar, ancora quell’ odore nauseabondo, si percepiva sin fuori mi ripromettevo di non toccare mai una sigaretta o quant’ altro.
Crescendo e cominciando a fare piccoli lavori, come quasi tutti cominciai a fumare, trascinato da mio cugino, mio padre si accorse di li a poco che incominciai a fumare, ricordo ancora la sua delusione quando lo scoprì, sapeva che quel giorno prima o poi sarebbe arrivato, invece di infierire per la scoperta cercava di dissuadermi dalla decisione intrapresa. Mio padre, il suo sguardo severo, la sua voce, forte, mi intimoriva, ma la sua severità la mostrava solo quando cercava di farmi capire gli errori che facevo, e molti grazie a lui li ho evitati.
Smisi di fumare per quasi 5 anni, nel frattempo lui se ne andò, lasciando un grande vuoto in me, quel vuoto che lascia un amico un saggio, che ha fatto di tutto per darti tutto.
Ripresi a fumare con dei sigaretti, dei MOODS, mi piacquero per qualche periodo, 12 anni per essere esatti, quando un giorno passando a fianco di una bocciofila risentii quell’ odore che da piccolo odiavo, ma questa volta non era così, anzi mi avvicinai per sentirne l’ odore, già, improvvisamente qull’ odoraccio divenne profumo.
E quel profumo mi riportava indietro negli anni, a quando ero bambino e giocavo spensierato con gli amici, le lunghe passeggiate con mio padre, i suoi regali e il primo ricordo fu quello di quel giorno che entrai in quel bar, e al consiglio datomi da mio padre, che mio malgrado non ascoltai. Ma oggi io stesso fumo i Toscani, sigari che apprezzo nel loro gusto, nel loro sapore, ma li fumo anche perché m...

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Autore: DonAntonio6,
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Comments: 15 | Views: 402Last Post by: DonAntonio6 (19/9/2012, 10:07)
 

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view post Posted on 23/6/2012, 06:27 by: montecristonumerodue     +1   -1Reply


Tanti Auguri AdFL!




Accademia del Fumo Lento
23 giugno 2005



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Autore: Montecristonumerodue,
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Esperienze,
Ricordi
Comments: 0 | Views: 154Last Post by: montecristonumerodue (23/6/2012, 06:27)
 

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view post Posted on 3/10/2011, 22:21 by: nolby     +1   +1   -1Reply


Vi racconto di una pipa.

Non credo sia una pipa pregiata. Come tutte le radiche che ho ereditato probabilmente si tratta di un oggetto dal valore contenuto, forse proveniente "dal cesto" o forse ripescata tra gli scarti di qualche ditta famosa.
Neanche la punzonatura mi aiuta a darle un'identità; il nome è leggibile solo a metà e ciò che si intravede è <.....ter pipe made in italy>.
La forma è anonima. Una classica biliard sabbiata nera come di simili se ne vedon tante.

Non mi ha mai regalato una fumata decente:

Fa acqua a catini, devo intervenire più spesso con lo scovolino che col pigino ed in più scalda peggio di un altoforno.
Ma ciò che è perggio è che annulla tutti i sapori.
Il latakia non si sente, con queste miscele sembra di aver in bocca aria calda.
Il virginia pressato lo si sente per la botta di nicotina (accentuata forse dall'alta temperatura) ma le papille gustative non percepiscono nulla.
Perfino il kentucky puro è piatto; gratta in gola ma dei sapori neanche l'ombra.

Una pipa che fuma così male non la consiglierei neanche al mio peggior nemico.

E allora perchè mi ostino, periodicamente, a caricarla ed accenderla sperando in un miracolo?

Perchè questa pipa mi piace in maniera mostrusa.

Il bocchino ha delle dimensioni che sembran fatte su misura sui miei denti ed è leggerissima. Per cui, alla bocca, è quella che mi da il feeling migliore.

Anche da tenere in mano la trovo comoda. Spesso ci giochello e me la faccio rigirare nel palmo.

Ma fin qui, di pipe come questa, sono piene le tabaccherie. Ma questa ha una caratteristica unica e personale:
Proprio questa è la pipa che vedevo da piccolo in sala tra le cose di mio padre, quella che dalla rastrelliera attirava più di tutte la mia attenzione, che più mi incuriosiva.

Non sarebbe difficile trovare un'altra pipa con forma, dimensioni e finitura molto simile...ma non sarebbe vera come lo è questa.

Potrei farlo e relegare questa pipa maledetta all'agolo dei ricordi ed averne una simile come strumento da fumo...ma so che ogni tanto la caricherei pur sapendo di non poterne gustare il tabacco.

Non potrà mai essere la regina del mio piccolo parco pipe, non ne ha le caratteristiche, ma avrà sempre il suo ruolo e il suo posto privilegiato perchè forse il fumo lento non è solo sapore e odore, non è solo gustare un pregiato tabacco; è anche mettere daparte tutto questo per gustare il momento. Il momento di un ricordo che solo questo pezzo di legno che fuma in maniera orribile mi sa dare.





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Autore: Nolby,
Pipa,
Racconti,
Ricordi
Comments: 11 | Views: 703Last Post by: maroo (26/1/2012, 18:02)
 

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view post Posted on 7/2/2011, 14:17 by: Lazzaro Santandrea     +1   -1Reply
In questi giorni, credo precisamente domani, cade l'anniversario dell'inizio di una grande passione! Quella per i sigari.
Era l'addio al celibato di un mio carissimo amico, quando, dopo cena, uno degli invitati, estrasse un cartoccio che conteneva dei sigari che disse di aver preso a Cuba, appositamente per l'occasione. Tutti ingolositi dal poterci fare immortalare con tanto di sigaro in mano, ne prendemmo uno. Quello che presi io invece non volevo fumarlo subito. Lo presi e lo misi nel tascino della giacca per conservarlo e destinarlo ad altre occasioni.
Usciti dal ristorante parlavo con uno degli invitati che mi donò il suo, quello che stava fumando, perchè non gli piaceva.
Feci il primo tiro con un pò di timore, non per la forza del sigaro o per chissa quale preoccupazione fisica, ma perchè mi sembrava di fare qualcosa che non mi appartenesse. Soffiai fuori il fumo e cambiai lentamente idea. Tiro dopo l'altro mi riscoprii appagato, soddisfatto. Non dal momento di mascolina aggregazione. Anzi ero proprio solo. Ero rimasto da solo, gli altri erano entrati, spegnendolo quasi subito, perchè faceva freddo. Io ero uno dei pochi non ubriachi visto che dovevo tornare da una moglie incinta, mentre gli altri avrebbero goduto ancora per un paio d'anni, chi più chi meno, del celibato. Entrai nel ristorante con il sigaro acceso, nascosto tra le mani, nessuno lo notò stranamente e nessuno mi disse niente anche se, sicuramente ne riconobbero l'odore. Salutai gli amici, i conoscenti ed il caro amico che neanche riusci a riconoscermi.
Salii sulla mia macchina, il mio caro e compianto Z3, con il sigaro acceso. A nessuno, solitamente, permettevo di salire su quella mia macchina, con la sigaretta accesa. Mentre tornavo a casa, a notte inoltrata, pensavo a loro che, con il pullman, stavano per approdare in locali a me ormai lontani. Quelli dove scorrono fiumi di prosecco e metri di gambe abbronzate, uno dei qualsiasi night della zona lago. Ma non ero triste, non provavo invidia, certe situazioni mi hanno sempre imbarazzato, anche quando ero celibe. Io invece, ora, ero in macchina, la mia macchina, che da li a poco con tanti rimpianti avrei venduto per prendere una station wagon che mai mi è piaciuta e mai mi piacerà. Pensando a mia moglie che dormiva nel nostro letto, di lato perchè la piccola pancetta le inizia a dare fastidio. Che bella che è... E mentre penso a questo, mi godo il mio sigaro, che mi sembra buonissimo, anche se non ci capisco un tubo.

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Autore: LazzaroS.Andrea,
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Comments: 20 | Views: 409Last Post by: jackolo (17/3/2011, 22:59)
 

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