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| CITAZIONE (FumoSottolaMole @ 8/10/2014, 17:07) Molto interessante l'articolo che hai scritto sia per le nozioni storiche che per la descrizione delle fasi di lavorazione di questo prodotto che sembra aver tutte le carte in regole per essere di qualità.
Mi pongo solo una domanda. Le coltivazioni di tabacco di CST sono nell'area di San Sepolcro zona nobile della coltivazione del tabacco. Anche altri produttori più o meno famosi utilizzano tabacco di questa zona che però ho letto e mi è stato confermato da residenti di San Sepolcro ha anvuto purtroppo una consistente diminuzione di ettari coltivati per cause varie (danni da acqua e grandine, meno finanziamentei europei) a vantaggio ad esempio di vaste piantagioni di girasoli. La mia domanda è quindi c'è e ci sarà ancora tabacco per tutti in quella zona culla del tabacco toscano kentucky nazionale? questo è un discorso un po' più ampio e complesso, il framework è quello che hai descritto, calo degli incentivi, in primis che è uno dei fattori principali di calo delle superfici, il calo delle produzioni per motivi congiunturali di grandine e maltempo è qualcosa di non correlato all'investimento delle superfici coltivate a tabacco. Alcuni sono corsi ai ripari in tal senso, MST per esempio ha rinnovato un contratto collettivo coi suoi produttori, anche in quella zona, stabilendo un prezzo preconcordato, che da un lato assicura all'agricoltore di vendere il proprio prodotto e di poter coltivare tabacco, ma dall'altro lo pone di fronte alla scelta di limitare i fattori produttivi (fertilizzanti, antiparassitari, lavorazioni del terreno e quant'altro) al minimo consentito per raggiungere la qualità minima richiesta da MST. L'approccio CST, almeno nelle intenzioni che mi sono state comunicate, è quello di consorziare i produttori (il tabacco viene inoltre coltivato su superfici di proprietà dei soci attuali), in modo da renderli partecipi delle sorti aziendali e non più solo della fornitura di materia prima. In questo modo ovviamente la maggiore qualità viene meglio remunerata e si incentiva un approccio più quality oriented. Il fatto che in generale calino le superifici coltivate, non solo nella zona di Sansepolcro, in linea di massima potrebbe non essere nuovamente un aspetto negativo, sempre però nell'ottica di una valorizzazione della qualità. Mi spiego meglio: se calano i margini economici di guadagno per via del calo degli incentivi, esistono due strade fondamentali per mantenere la convenienza alla coltivazione, uno è quello di ridurre i costi al minimo possibile, penalizzando la qualità, l'altro è quello di produrre tabacco di alta qualità, adeguatamente remunerato. In questo contesto ovviamente le zone più vocate (in questa accezione non solo qualitativamente ma anche quantitativamente) ovvero dove a parità di input agronomici e di costi il tabacco rende di più o cresce "più buono" sono ovviamente più favorite... in generale le filiere che si reggono sugli incentivi non producono qualità eccelsa, quindi una certa riduzione di coltivazione a mio avviso può giovare, a patto che siamo consci del fatto che probabilmente la qualità si pagherà adeguatamente anche al consumo.
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