Volevo scrivere qualcosina di più ma la giornata è stata lunga e devo ancora fare la valigia.
I sigari usciranno ufficialmente sul mercato tra 15 giorni. La produzione è ancora limitata e forse lo sarà per un po' di tempo viste le caratteristiche di questa nuova azienda, il Moderno Opificio del Sigaro Italiano.
La distribuzione inizialmente avverrà quindi su un numero limitato di provincie: Treviso, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Catania. Credo di non averne dimenticata nessuna.
Oltre al Classico, non aromatizzato, l'Italico uscirà nelle versioni aromatizzate Ammazzacaffè, Liquirizia, Vinaccia, Caffè e Soave. In particolare il Vinaccia (al concentrato di mosto) e l'Ammazzacaffè (grappa-prugna) credo che vogliano rendere omaggio alla ben nota tradizione alcolica Veneta
(ma questa è solo una mia interpretazione). Prezzo 3.5 Euro per il classico e 4 Euro per gli aromatizzati. Al momento solo confezioni da cinque sigari ma arriveranno anche quelle da due.
Più avanti, se ho ben capito entro l'anno, arriveranno anche gli interi.
I tabacchi utilizzati sono Kentucky italiano per il ripieno e Kentucky americano (provenienza Tennessee) per la fascia, curati a fuoco. Il tabacco viene stagionato per quattro mesi a diversi livelli di temperatura. Tutto il processo è seguito da personale dell'azienda. Otto persone a Benevento si occupano dei processi di fermentazione e stagionatura, mentre altre 12 si occupano della produzione dei sigari nella manifattura di Orsago (provincia di Treviso). L'azienda è a compartecipazione italo-canadese. L'azionista canadese è la Grand River Enterprise, azienda del settore ma che non si occupa della gestione e della distribuzione del prodotto. Moderno Opificio infatti è diretto dal socio italiano, una persona di lunga esperienza in particolare nella materia prima: il tabacco. La creazione di questi sigari è stata inoltre guidata da un noto blender, anche lui italiano. I nomi qui sono omessi volutamente, altrimenti diciamo tutto subito
.
Cos'altro dire? Ah! Sì! Come sono?
Sono ottimi. Ho provato solo due esemplari del Classico ed uno del Liquirizia. Voglio finire entrambe le confezioni per farmi un'opinione più completa ma, soprattutto il Classico, non ho dubbi che verrà promosso a pieni voti anche dai toscanoffili più accaniti. Come si dice spesso, anche oggi me l'hanno detto, non si dovrebbe fare il paragone con il Toscano. Ma il paragone viene naturale, è impossibile non farlo. E per me lo regge moooolto bene. Voglio solo sperare che i sigari che vedranno la luce tra quindici giorni siano alla stessa altezza qualitativa, sia in termini di fattura che di caratteristiche organolettiche. Il sigaro parte morbido ma acquista subito corpo senza mai sbilanciarsi o diventare amaro. Mi ha colpito il buon sapore/sentore di cacao alla fine. Tiraggio perfetto. Non ho trovato l'affumicato troppo permeante e anche da spenti i sigari
profumano di affumicato. Li ho fumati all'aperto però posso dire che anche l'aroma che si sprigiona non è il solito al quale siamo abituati. Un buon profumo di sigaro assolutamente non sgradevole anche a detta di chi mi stava vicino. In parole povere: questo sigaro non puzza
.
Per quanto riguarda il Liquirizia io ho l'handicap di non amare gli aromatizzati. Quello che posso dire è che l'aromatizzazione non è troppo forte anche se rimane agli stessi livelli durante tutta la fumata, indice secondo me di una buona qualità dei componenti. Il tabacco, buono, si sente comunque anche qui.
L'impressione generale, anche parlando con il titolare, è di una ditta che vuole fare della qualità del prodotto la sua caratteristica distintiva. Qualità della materia prima, del processo di fermentazione e stagionatura e della produzione. Il tutto permesso da una produzione dalle quantità contenute. Da quanto ho potuto ascoltare e fumare, credo che le premesse ci siano tutte.
Io non posso che essere contento. Tra Bassano del Grappa e Orsago, mi pare che la provincia di Treviso stia mettendo una bella ipoteca sul poter diventare un nuovo polo per i
Boutique Cigars italici. Una Miami nostrana?