Accademia del Fumo Lento - Il Forum per i Golosi del Tabacco -  Sigari, Pipa, Snuff, Snus & Co.

Arturo Fuente Hemingway Series

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view post Posted on 16/5/2007, 18:43
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by Montecristonumerodue



Marca: Arturo Fuente Hemingway


Ho voluto dedicarmi solo agli “originali” della serie Hemingway, ovvero a quelli con fascia Cameroon ed ho tralasciato i maduro di fascia Connecticut. Per due motivi. Il primo è che volevo farmi un’idea di sigari prodotti con tabacchi identici. Il secondo è invece il fatto che con l’eccezione di un solo formato, non sono riuscito a trovare le versioni maduro in nessun tabaccaio di Atlanta. Dei sigari con la fascia Cameroon, in tutto sei vitole, non ho avuto modo di fumare il Work of Art, un perfetto dal gueso di 60 e di quasi cinque pollici di lunghezza, che mi sarebbe piaciuto molto provare ma che mi è stato impossibile trovare. E questo già la dice lunga sulla richiesta degli Hemingway, associata ad una produzione annuale molto limitata.
In compenso ho potuto fumare anche dei sigari invecchiati alcuni anni dalla data di acquisto. Un Masterpiece di otto anni e tre Classic di box acquistati rispettivamente nel 2000, 2001 e 2003. Questo mi ha permesso di farmi un’idea delle possibilità di miglioramento di questi sigari.


Vitola de Salida: Short Story
Vitola de Galera: Perfecto (“Petit Robusto”)
Largo: 4”
Grueso: 48
Nazione di produzione: Repubblica Dominicana
Tripa: Repubblica Dominicana
Capote: Repubblica Dominicana
Capa: Cameroon
Apparenza (da 1 a 5): 4
Costruzione: (da 1 a 5): 5
Tiraggio e combustione (da 1 a 5): 4
Forza (da 1 a 5): 3 ½
Aroma e sapori (da 1 a 5): 4 1/2
Valutazione generale (da 1 a 5): 4 ½


Vitola de Salida: Best Seller
Vitola de Galera: Perfecto (“Robusto”)
Largo: 5”
Grueso: 55
Nazione di produzione: Repubblica Dominicana
Tripa: Repubblica Dominicana
Capote: Repubblica Dominicana
Capa: Cameroon
Apparenza (da 1 a 5): 4
Costruzione: (da 1 a 5): 5
Tiraggio e combustione (da 1 a 5): 4
Forza (da 1 a 5): 3 ½
Aroma e sapori (da 1 a 5): 4
Valutazione generale (da 1 a 5): 4


Vitola de Salida: Signature
Vitola de Galera: Perfecto (“Corona Gorda”)
Largo: 6”
Grueso: 47
Nazione di produzione: Repubblica Dominicana
Tripa: Repubblica Dominicana
Capote: Repubblica Dominicana
Capa: Cameroon
Apparenza (da 1 a 5): 4
Costruzione: (da 1 a 5): 4 ½
Tiraggio e combustione (da 1 a 5): 5
Forza (da 1 a 5): 3
Aroma e sapori (da 1 a 5): 4
Valutazione generale (da 1 a 5): 4


Vitola de Salida: Classic
Vitola de Galera: Perfecto (“Churchill Statunitense”)
Largo: 7”
Grueso: 48
Nazione di produzione: Repubblica Dominicana
Tripa: Repubblica Dominicana
Capote: Repubblica Dominicana
Capa: Cameroon
Apparenza (da 1 a 5): 4
Costruzione: (da 1 a 5): 4
Tiraggio e combustione (da 1 a 5): 5
Forza (da 1 a 5): 3 ½
Aroma e sapori (da 1 a 5): 4 ½
Valutazione generale (da 1 a 5): 4 1/2


Vitola de Salida: Masterpiece
Vitola de Galera: Perfecto (“Gigante”)
Largo: 9”
Grueso: 52
Nazione di produzione: Repubblica Dominicana
Tripa: Repubblica Dominicana
Capote: Repubblica Dominicana
Capa: Cameroon
Apparenza (da 1 a 5): 4
Costruzione: (da 1 a 5): 3 1/2
Tiraggio e combustione (da 1 a 5): 5
Forza (da 1 a 5): 4
Aroma e sapori (da 1 a 5): 5+
Valutazione generale (da 1 a 5): 5+


Commenti:
La mia valutazione generale su questa linea è assolutamente positiva. Per chi come me ama i sigari dominicani, troverà tra questi una delle migliori espressioni in termini di sofisticazione dei sapori, forza, bilanciamento, evoluzione e persistenza. I punteggi che ho voluto assegnare sono una sorta di media che ho cercato di trarre su tutte le fumate. Il punteggio finale (‘valutazione generale’) può essere benissimo considerato come una misura della mia intenzione al riacquisto che è molto alta per lo Short Story ed il Classic, certezza per il Masterpiece, sebbene tutti i formati sono risultati molto omogenei in fatto di sapori. Tra i piccoli lo Short Story mi è sembrato superiore al Best Seller per la sua maggiore capacità di appagarmi, quasi che il rapporto tra diametro e lunghezza sia l’ideale per concedere una fumata appagante nonostante le ridotte dimensioni.
Tra i maggiori formati ho preferito il Classic al Singnature per l’evoluzione della forza, che nel secondo ha faticato a farsi sentire, quasi a dimostrare che anche due centimetri e mezzo possono fare una grossa differenza.
Il Masterpiece è diventato fin da subito il mio preferito della serie. Un sigaro non facile da fumare e che richiede molte attenzioni ma che se fumato correttamente risulta incredibilmente appagante. Nove pollici (quasi 23 centimetri) che diventano eccezionali appena dopo i primi due o tre. Per fare un paragone, è come fumarsi un mezzo robusto molto buono seguito immediatamente dopo da un Julieta N2 che esprime il meglio di se sin dall’accensione.
Il punteggio che ho assegnato alla costruzione del Masterpiece necessita forse di qualche spiegazione. È riferito in maniera specifica alla fascia e a come è stata arrotolata su alcuni dei sigari che ho fumato. Per spiegare chiaramente il problema è bene dire che la foglia scelta per questi sigari è un Cameroon che io definirei senza pericolo di smentita “estremo”. Sulla bontà dello stesso non vi è alcun dubbio ma ho il sospetto che questo venga prodotto in esclusiva per Fuente. Non ho mai visto un Cameroon così sottile, al limite della trasparenza. Lo spessore delle foglie Cameroon è normalmente molto sottile, comparabile alle foglie Connecticut Shade, ma al contrario del secondo, il Cameroon non possiede le caratteristiche di elasticità che hanno reso famoso le fasce americane. Nel caso degli Hamingway la fragilità è ancora più accentua per via dell’estrema sottigliezza. Adottare un Cameroon così sottile (e poco elastico) su un sigaro delle dimensioni del Masterpiece è secondo me una scelta molto rischiosa e che impone al fumatore molta attenzione. Se poi questo rischio viene accentuato da una non attenta applicazione della fascia, eventuali danni arrecati alla stessa nelle diverse fasi di produzione, imballaggio e conservazione, o se la capa dovesse venire eccessivamente “tirata”, il risultato può essere traumatico per il sigaro, la fumata ed il portamonete. Insomma, difetti che in altri sigari potrebbero essere trascurabili od almeno sopportabili, su questo sigaro non sono permessi.
Sull’opportunità di invecchiamento degli Hamingway ho dei sentimenti contrastanti. In passato ho avuto modo di conservare Short Story per alcuni anni e a mio avviso non si erano notati dei cambiamenti significativi anche se non ricordo ora di averne tenuto nessuno per più di tre anni. D'altronde non sono mai stati sigari che ho considerato interessanti per l’invecchiamento visto il formato. Quindi il Masterpiece ed i Classic che mi sono stati regalati sono i primi d’annata che ho potuto provare. Il Classic acquistato nel 2003 (probabile anno di imballaggio 2003) è stato il migliore. Sigaro di forza leggermente più contenuta di quelli più “freschi” ma con una struttura dei sapori molto raffinata ed interessante. Direi un ottimo sigaro con una punteggio generale di 5 e oltre. Il 2001 ed il 2000, entrambi allo stesso livello si sono rivelati discreti ma assolutamente deludenti rispetto sia al 2003 che quelli recenti. Punteggio inferiore al 4. Ma la sorpresa maggiore l’ha riservata il Masterpeice dell’98 (o 99), che ha rivelato scarsità di sapore ed una evoluzione della forza al contrario. Sigaro noioso che non ho potuto continuare a fumare oltre la metà. Pochi sigari possono non essere un campione rappresentativo ma da questi sembrerebbe che l’Hamingway sia un sigaro che raggiunge l’apice nei primi tre o quattro anni e che entro questo tempo vada consumato. Vedremo.


Per concludere spenderei “poche” parole per dare qualche consiglio a chi si volesse avvicinare per la prima volta a questi sigari. Sebbene tutto quello che vado a scrivere potrà sembrare esagerato, sinceramente avrei voluto che qualcuno avesse dato a me questi suggerimenti, che ho dovuto invece imparare a mie spese sia in termini di tempo che, ahimè, moneta sonante.


Selezione
Normalmente per i sigari Dominicani, ed in particolare per quelli prodotti da case come Arturo Fuente, Davidoff, AVO, ed altre ditte blasonate dell’isola, l’acquisto può avvenire quasi alla cieca. Difatti le differenze costruttive e, in definitiva, qualitative sono pressoché inesistenti e le variazioni risultano minime da scatola a scatola.
Gli Heminway però possono rappresentare l’eccezione che conferma la regola. L’ispezione visiva ancora più di quella olfattiva è assolutamente necessaria, non solo consigliata. Sia che si debba decidere quale scatola scegliere tra quelle che ci vengono offerte al momento dell’acquisto, sia che l’oggetto della ricerca sia il singolo sigaro, la visione del prodotto deve essere chiesta, anzi, pretesa, tanto che nel caso di un rifiuto da parte del venditore, la rinuncia all’acquisto potrebbe essere la decisione più opportuna. Vero per tutti gli Heminway, questa regola raggiunge un valore assoluto per il Masterpiece, il gigante della famiglia.
Naturalmente anche l’ispezione tattile, qualora la scatola sia già in nostro possesso, può autarci non poco a scegliere il sigaro che ha maggiori probabilità di regalarci una fumata senza problemi e, in quanto tale, soddisfacente.
Cosa controllare é molto semplice: la foglia esterna. Deve essere in perfette condizioni. Assolutamente intatta, senza la minima presenza di crepe. Nei formati maggiori, Classic e Masterpiece, é importante verificare che sia stata stesa bene ma senza essere eccessivamente tirata. Una eccessiva tensione dal piede verso la testa spesso risulta, per queste fasce molto sottili, in leggere ma visibili ondulazioni parallele al senso della lunghezza del sigaro..

Umidificazione
La conservazione ed in particolare il livello di umidità dell’ambiente dove facciamo invecchiare i nostri sigari è certamente una questione di gusti personali. Ma per gli Hemingway non posso non consigliare una buona umidificazione: 70%, ed eventualmente è meglio sbagliarsi verso l’alto che verso il basso. Il wrapper (la fascia), in particolare, necessita di un buon contenuto d’acqua in partenza, onde non rischiare che questa si secchi troppo durante la fumata e vada a rischio di rottura. Riferendomi a quanto detto precedentemente sulla stesura della capa, le rotture si verifica solitamente nelle zone di maggior tensione, adiacenti alle ondulazioni.

Rimozione della fascetta
Anche la rimozione o meno della fascetta segue le preferenze del fumatore. Per questo sigaro la rimozione è però sconsigliata. Il rischio di rompere la foglia di fascia è difatti molto alto. Fortunatamente Arturo Fuente ci aiuta con una anilla moderata che non provocherà alcun imbarazzo da parte del fumatore.
Il rischio di una rottura può essere ovviamente affrontato quando il braciere si avventura nell’ultimo terzo e la rimozione della fascetta può essere una necessità più che una scelta.

Taglio
La testa è molto arrotondata per cui l’impiego di un puncher può risultare poco agevole. Il classico cutter bilama è probabilmente lo strumento più indicato per iniziare questi sigari ad una bella fumata.

Accensione
Il piede “chiuso” degli Hemingway necessita di molta cura e pazienza. Va acceso evitando il contatto diretto della fiamma. Questa va avvicinata al di sotto del piede in modo da permettere che la fascia inizi la combustione. Ci si aiuta con qualche aspirazione moderata e poi il sigaro va lasciato riposare. Le successive boccate devono essere leggere. Non si deve forzare il sigaro. Piuttosto si deve attendere che il diametro del braciere si allarghi lentamente. L’aspirazione deve essere moderata e dobbiamo accontentarci di quanto la forma del sigaro lascerà passare e, anche se la quantità di fumo non ci appagherà fin dall’inizio, questa nostra pazienza ci sarà ripagata con gli interessi tra qualche minuto con una delle fumate più appaganti del modo extracubano.
I più inclini alle simmetrie dovranno portare poi più pazienza degli altri, lasciando che il braciere si stabilizzi e che dalla naturale asimmetria iniziale passi ad assumere una forma perfetta al raggiungimento del diametro massimo. Se tutto questo é vero per tutti i perfetto, lo é a maggior ragione vero per un cannone da nove pollici come il Masterpiece, dove il piede sembra essere stato progettato per preparare e scaldare gradualmente il sigaro e permettergli di dare il meglio di se sin dal suo primo terzo.

Fumata
Come la fascia deve essere ben umidificata, allo stesso modo si deve fare sì che questa non si secchi precocemente durante la fumata. Lo spessore di queste fasce è tale che un surriscaldamento del cilindro provocherebbe una quasi certa evaporazione rapida del contenuto di acqua della capa e aumenterebbe i rischi di rottura della stessa.
Per i più piccoli, lo Short Story ed il Best Seller questa regola può essere quasi una eccessiva precauzione, ma per il Segnature, il Classic ed il Masterpiece, delle buone pause tra una serie di boccate e l’altra sono consigliate. Se la “regola” comune è del minuto, per questi capolavori un aumento del 50% non è certo esagerato. Il che nel caso del Materpiece risulta facilmente in una fumata che raggiunge le tre ore!


:pioggia:



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